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Salone, stazione nuova ma chiusa

La stazione abbandonata di Salone

Residenti esasperati: "Ora aprite"

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I lavori sono durati un anno. Le banchine sono state rifatte, le pensiline allungate, l'impianto di illuminazione è nuovo di zecca. In pochi mesi è stato costruito un grande sottopassaggio che collega i due binari. Le telecamere sorvegliano tutta l'area 24 ore su 24. La stazione di Salone è pronta dal febbraio scorso. Le Ferrovie hanno speso tre milioni di euro. Ma i treni non si fermano. Perché la stazione non ha mai aperto. Ha chiuso i battenti nel 2002. Da allora i residenti di Settecamini, Setteville, Case Rosse e dell'intera Tiburtina Valley aspettano ancora che riapra. Questa fermata, oltre ad essere conosciuta dagli amanti del cinema per il film di Totò «Destinazione Piovarolo», è strategica per i pendolari della Ferrovia Avezzano-Tivoli-Roma. In quest'area a ridosso del Gra lavorano e vivono circa 300.000 persone. La ferrovia regionale Fr2 attraversa tutto il quadrante est della città. La fermata di Salone, compresa tra la stazione di Lunghezza e quella della Rustica Uir, era stata chiusa otto anni fa per problemi di ordine pubblico a causa del campo nomadi che si trova a poche centinaia di metri. I raid vandalici dei rom erano diventati insopportabili. Quello di via Salone è un insediamento che negli anni si è ridotto notevolmente di dimensioni. A fine 2007 il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza ha dato alle Ferrovie il via libera per i lavori. L'ex sindaco Veltroni aveva annunciato con grande enfasi che a conclusione dei lavori la stazione avrebbe subito riaperto. Ma nel febbraio 2009, quando tutto era pronto, il permesso per l'apertura non è arrivato. A giugno scorso il Consiglio comunale ha approvato una mozione che impegnava il sindaco «a predisporne l'apertura e garantirne la piena funzionalità». Insomma, di annunci nel corso degli ultimi anni ne sono stati fatti parecchi. Ma i pendolari ancora oggi, come allora, aspettano. Anche se con un pizzico di fiducia in meno. I cancelli della stazione sono chiusi da un grosso lucchetto. I monitor che segnalano l'arrivo dei treni però sono accesi. Pienamente funzionanti. Anche se non c'è nessun viaggiatore a guardarli. Nell'edificio principale della stazione i locali sono tutti tirati a lucido. Ci sono i mobili e le postazioni per gli operatori. Le stanze che dovrebbero ospitare la polizia ferroviaria, al piano terra, sono arredati. Gli agenti della Polfer potrebbero trasferirsi qui anche domani. Al piano superiore c'è l'alloggio dell'ex capostazione che oggi lavora alla Rustica. Ogni dieci minuti un treno sfreccia in un senso e poi nell'altro. Ma non si ferma mai. Nel parcheggio esterno c'è una camionetta della polizia municipale. L'unica presenza umana in mezzo a questo deserto. I vigili presidiano una stazione completamente abbandonata. Chi vuole entrare lo può fare scavalcando la recinzione. Come hanno già fatto varie volte i vandali che hanno rubato apparecchiature, rotto vetri e telecamere. Furti e danni di poco conto. Ma che comunque si sarebbero potuti evitare se la polizia si fosse trasferita qui. Trenitalia ha le mani legate. Il direttore della Protezione aziendale di Ferrovie, Franco Fiumara, non può far altro che aspettare: «Noi i lavori li abbiamo conclusi. Abbiamo consegnato la fermata rispettando i tempi che ci erano stati indicati dal comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza. Un intervento di riqualificazione che è costato tre milioni di euro. Non manca niente. I viaggiatori potrebbero scendere qui anche da domani. Certo, il fatto che questa stazione completamente nuova sia ancora chiusa è sicuramente un peccato». La situazione è bloccata. Alle Ferrovie le istituzioni non hanno ancora fatto sapere niente. «Non credo più che ci sia più un problema di ordine pubblico - spiega Fiumara - è interesse di tutti che questa stazione apra. Nell'ultimo contratto di servizio che abbiamo siglato con la Regione, però, questa fermata non è stata inserita. Questa è una tratta molto trafficata. Aprire una fermata in più equivale a fornire un servizio fondamentale per i viaggiatori. A questo punto spetta alle autorità competenti prendere una decisione».

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