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Virus H1N1, il vaccino costa caro

Ricerca, vaccino per il virus AH1N1

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L'influenza suina avrebbe dovuto causare migliaia di morti soprattutto tra giovani e bambini. Il virus H1N1 avrebbe potuto generare una pandemia così letale da essere ricordata dalle generazioni future. Queste le previsioni che per mesi hanno dominato in tutti gli organi di informazione scatenando allarmismi e paure infondate. Questo scenario apocalittico per fortuna non si è mai concretizzato. In compenso però ora le Asl romane straripano di dosi di vaccino per l'influenza H1N1. Eccedenze per decine di migliaia di unità, stipate nei magazzini ospedalieri. Per ora non si sa cosa farne ma bisogna al più presto trovare una soluzione perché i farmaci scadranno tra luglio e agosto 2010. Nell'indagine condotta nelle varie Asl romane tutte le strutture ospedaliere hanno lamentato difficoltà logistiche ed economiche nella conservazione dei medicinali. In tutti i casi si parla infatti di migliaia di giacenze accatastate in spazi che potrebbero essere utilizzati in altra maniera. Circa 9.000 dosi di vaccino si trovano nelle strutture dell'Asl Roma A, 67.575 nell'Asl Roma B, 14.220 nell'Azienda Sanitaria Roma D, 48.376 nell'Asl Roma E e 41.376 nell'Asl Roma H. I dirigenti romani dei reparti farmacologici denunciano anche i costi aggiuntivi legati alla loro conservazione che va effettuata entro determinati parametri. Se le giacenze di vaccino H1N1 accomunano l'Italia a tutta la comunità europea e il flop del vaccino è stato generale, è pur vero che nella sanità romana determinati fattori hanno contribuito ad aumentare il numero di eccedenze. Secondo gli addetti ai lavori, nella Capitale infatti è stata alta la percentuale di medici e infermieri che si sono rifiutati di vaccinarsi e per cui era stato preventivamente comprato il vaccino. Molti hanno preferito andare incontro ai possibili rischi generati dall'influenza A piuttosto che assumere le sostanze presenti nel vaccino. Allo stesso modo è stata disattesa la richiesta di vaccinazione da parte di bambini e adulti, le due categorie ritenute più a rischio di contagio. Molti pediatri hanno infatti preferito evitare la vaccinazione per i più piccoli che è stata ordinata solo nei soggetti affetti da patologie aggravanti. Quello che resta di tutta questa vicenda sono le migliaia di dosi contro il virus H1N1 accatastate nelle strutture sanitarie. Denaro pubblico in parte andato perso, per un numero troppo alto di vaccini acquistati rispetto all'effettiva domanda. Denaro che sicuramente poteva essere speso in altri ambiti sanitari. Oggi è possibile quantificare i milioni di euro che sono stati spesi inutilmente. Recentemente infatti un sito web ha pubblicato il testo del contratto che il ministero della Salute ha stipulato con la ditta farmaceutica Novartis, da cui emerge il costo di sette euro per ogni singola dose di vaccino. A questo punto i conti sono semplici. L'Asl Roma A ha giacenze per un valore di 63 mila euro, l'Asl Roma B per circa 473 mila euro, l'Asl Roma D pari a 100 mila euro, l'Asl Roma E a 338 mila e l'Asl Roma H ha eccedenze quantificate in 289 mila euro. Soldi pubblici che potevano essere utilizzati per comprare nuovi macchinari o per potenziare reparti ospedalieri. Nel contratto stipulato tra lo Stato italiano e la ditta farmaceutica svizzera emergono inoltre clausole poco favorevoli per l'amministrazione pubblica. Degna di nota infatti è la parte in cui si parla di garanzie e indennizzi. Nello specifico, nel caso il vaccino H1N1 provochi danni, si legge, «il Ministero è tenuto ad indennizzare e tenere indenne Novartis da qualsiasi perdita che l'azienda sia tenuta a risarcire in conseguenza di danni a persone e cose causati dal prodotto». In parole povere, se il vaccino è dannoso paga lo Stato mentre la multinazionale risponde soltanto dei difetti di fabbricazione. Un accordo senza dubbio basato su grandi interessi economici, la maggior parte dei quali a favore della ditta farmaceutica. Ad oggi si stanno studiando soluzioni per smaltire le dosi di vaccino in eccesso. Per non arrivare al caso della Francia che sta «svendendo» ad altri paesi le proprie giacenze, le istituzioni italiane puntano ad una mediazione con la ditta produttrice. Bloccare l'ordine di vaccini contro il virus H1N1 e riconvertirlo con altri farmaci è la proposta che arriva dal presidente di Farmindustria. Questa soluzione sarebbe infatti l'optimum. In questo modo si lascerebbero nei magazzini di Novartis 10 dei 24 milioni di dosi destinati all'Italia per ricevere in cambio altri farmaci prodotti dall'azienda. Il tutto senza modificare i termini del contratto e soprattutto la cifra che lo Stato italiano deve pagare alla multinazionale, ricevendo in cambio farmaci che si possono utilizzare.

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