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Più che un elenco di specie a rischio quello snocciolato dall'assessore regionale all'ambiente Filiberto Zaratti, sembra un bollettino di guerra.

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NelLazio a vedersela brutta sono anche le rane. Vittime dell'inquinamento delle acque, della sistematica scomparsa delle zone umide e di un misterioso parassita «extracomunitario» che dell'italico ranocchio sta facendo strage. Nell'anno internazionale della Biodiversità il Lazio fa i conti con le specie a rischio estinzione e, nel corso della II Conferenza del sistema delle aree protette, affronta le strategie di tutele. Come l'adesione ai piani d'azione per l'orso marsicano (Patom) e per le tartarughe (Patma) messi in campo dal ministero dell'Ambiente che impegna la Regione «nel monitoraggio, informazione, concertazione, prevenzione dei danni, ricerca scientifica e formazione del personale del proprio territorio» ha detto Zaratti. Insomma, la Regione mette a fuoco problemi e ragiona sulle soluzioni. Intanto, si candida a regione della Biodiversità grazie, ma non solo, a un pesciolino di lago. «Il Carpione del Fibreno che nel mondo vive solo nella riserva di Posta Fibrena - dice Vito Consoli dell'agenzia regionale parchi - Altro caso eccezionale, il fungo di Priverno, una nuova specie appena scoperto nell'omonima area protetta». Insomma la nostra biodiversità, pur se in pericolo, riserva ancora sorprese.

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