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Stupri seriali, Bianchini: "Mi hanno incastrato"

Luca Bianchini

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«Sono stato incastrato. Inizialmente pensavo si trattasse di un errore, ma adesso sono convinto di essere stato incastrato, anche se non so di chi si tratta». Nel giorno del rinvio a giudizio, il presunto stupratore seriale Luca Bianchini torna ad agitare l'ipotesi del complotto. «Tempo fa - ha detto al suo avvocato Giorgio Olmi - stavo per fare una denuncia mediatica su alcuni fatti gravi che avevo riscontrato, ho avuto delle conversazioni telefoniche con un partito e con un giornale affinchè fossero pubblicate alcune notizie. Dopo un paio di mesi sono stato arrestato». Il ragioniere e già coordinatore di un circolo Pd, il 25 gennaio prossimo comparirà davanti ai giudici della settima Sezione penale del Tribunale di Roma. È accusato di tre violenze sessuali avvenute in garage a Bufalotta e di Tor Carbone il 5 aprile, il 4 giugno e il 3 luglio. La Procura, e cioè i pubblici ministeri Maria Cordova e Antonella Nespola, continuano comunque le indagini su Bianchini per il sospetto che possa essere coinvolto in altri casi di violenza rimasti irrisolti. Intanto l'avvocato Andreozzi è tornato sulle accuse fatte a Bianchini dal romeno Oltean Gavrila, condannato a 11 anni e 4 mesi per lo stupro alla Caffarella il giorno di San Valentino. «Il 6 ottobre molti giornali hanno pubblicato con ampio spazio una notizia che riguarda il signor Luca Bianchini da me rappresentato e difeso. Si sosteneva - scrive - che Gavrila durante il processo aveva affermato che il complice fosse anche Luca Bianchini. Anzi aveva dichiarato che Bianchini lo aveva costretto a commettere lo stupro della Caffarella mentre altri riprendevano la scena. Mi risulta che nei giorni scorsi Gavrila interrogato dal pubblico ministero ha ritrattato nella maniera più completa l'accusa nei confronti di Bianchini riconoscendo che il coinvolgimento era una sua totale invenzione».

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