Madama Lucrezia si rifà il look Fiori e ritocco per la "signora"
Riprenderà a raccogliere i messaggi satirici dei romani la Madama Lucrezia, almeno virtualmente, dopo essersi rifatta il look sotto la direzione della sovraintendenza comunale. Terminato il restauro dell'unica "signora" delle sei statue parlanti. Ieri la riconsegna della scultura. Presenti gli esperti che hanno curato i lavori, tra cui Giulia Ghia e Felice Marchioni; il presidente del I Municipio, Corsetti; il delegato al centro storico Gasperini; il presidente della commissione Cultura Mollicone; l'assessore provinciale Rosati; l'assessore regionale Di Liegro; e l'Associazione abitanti centro storico, Di Capua. Mirto, peperoncino e fiori di campo. Questo il doveroso omaggio floreale a una signora, anche se di marmo, che dopo un intenso restauro torna a presentarsi in pubblico "ringiovanita" e splendente. È Madama Lucrezia, l'unica statua parlante in quota rosa, delle quattro coinvolte nel progetto di restauro e di restituzione a una tradizione antica e verace del popolo romano. Un mazzo di fiori, quindi, offerto in dono dall'Associazione abitanti centro storico a questa imperturbabile signora che da secoli scandisce il tempo dall'angolo di piazza San Marco. Valorizzate e restaurate grazie all'iniziativa dell'Associazione abitanti centro storico, con il contributo di Regione, Provincia e I Municipio e d'intesa con il Comune e la sovrintendenza. Il progetto si avvale anche di sponsor privati come Cam Edilizia, Federazione italiana tabacchi e Saba Italia e rappresenta il primo esempio noto di collaborazione tra un'associazione di residenti, che ha reperito i finanziamenti e l'Istituzione preposta alla conservazione e valorizzazione dei beni culturali. Una collaborazione vincente che ha restituito voce e dignità alle statue parlanti che hanno riconquistato l'interesse dei cittadini su un pezzo della loro storia popolare. Con Madama Lucrezia sono tre su quattro le sculture finora rimesse in forma: l'Abate Luigi a piazza Vidoni, il Facchino in via Lata e Madama Lucrezia. In ultimo toccherà a Pasquino la statua parlante più celebre del gruppo, del quale fanno parte anche il Babuino e Marforio. Madama Lucrezia, spiegano alla sovrintendenza comunale, sarebbe in realtà un frammento della statua colossale di Iside che aveva il suo luogo di culto nell'Iseo del Campo Marzio. «Databile al II-III secolo d.C., doveva essere o la parte superiore del grande simulacro del tempio oppure appartenere alla statua di Isis- Sothis sul cane Sirio, che si trovava sopra la fronte dello stesso edificio». Intorno al 1500 la Madama fu collocata dal cardinale Lorenzo Cybo davanti alla basilica di S. Marco e successivamente spostato sulla sinistra, dove si trova attualmente, divenendo ben presto protagonista di alcune manifestazioni popolari romane: il giorno del primo di maggio, in occasione del "ballo dei guitti", essa veniva ornata con collane di aglio, peperoncini, cipolle e nastri. Sull'origine del nome ci sono molte ipotesi. Per molti Madama Lucrezia deriverebbe da Lucrezia d'Alagno, favorita di Alfonso V d'Aragona re di Napoli, che si sarebbe trasferita a Roma dopo la morte dell'amante. Ua volta nella città eterna l'ex favorita del re, avrebbe condotto una vita ritirata e solitaria. A differenza di Pasquino, statua parlante più loquace, Madama Lucrezia "esternò" poco. Tuttavia gli annali ricordano quando, in seguito ai tumulti durante la Repubblica romana del 1799, la scultura cadde dal suo piedistallo ed il popolo romano, con allusione al governo vigente, scrisse sul dorso "non ne posso più!". In tale caduta la statua si ruppe e fu "riparata" da Annibale Malatesta nel 1806. Adesso con l'ultimo restauro Madama Lucrezia tornerà a parlare ma senza cartelli o peggio ancora scritte deturpanti. A completamento del progetto, infatti, sarà attivo www.statueparlantiroma.it dove i cittadini potranno "incontrare" le statue in un percorso virtuale ed esprimere il loro sentire. (Foto Gmt)