
Quel raid? Un'estorsione

Volevano merce e soldi, dai 100 ai 200 euro. Altrimenti erano botte. Si è definitivamente chiarita la vicenda del raid del 5 agosto all'alimentari Mollah, di Tor Bella Monaca. Non è stato un raid di stampo razziale, ma una spedizione punitiva con bastone e coltelli contro il commesso Abdul Lotif, di 23 anni, che si era rifiutato di pagare. L'altro ieri i carabinieri del Nucleo investigativo di Frascati, diretto dal colonnello Antonio Tetta, hanno arrestato la donna di 40 anni che quel pomeriggio entrò nel locale assieme a una ragazzina di 13 anni. Le due uscirono da lì raccontando un'altra storia: la giovane era stata importunata, quasi molestata dal bengalese. Suo padre con altri due ragazzi di 18 e 19 anni e un dodicenne si precipitarono al negozio dando una lezione al commesso, lasciato a terra insanguinato, con un polmone bucato e un trama cranico provocato dai colpi di bastone. Gli investigatori, guidati dal capitano Gerardi, non hanno mai creduto a questa versione. Tant'è che il giorno dopo il raid fermarono l'uomo, M. B, 38 anni, e i due maggiorenni: il dodicenne lo lasciarono a casa perché non imputabile. L'accusa: tentato omicidio, ipotesi alla quale si aggiunse anche quella di estorsione. I carabinieri sono risaliti a tre episodi in cui la donna e gli altri del gruppo hanno preteso alimentari e soldi. Con testimoni e altri riscontri, l'altro ieri i militari hanno notificato gli arresti domiciliari alla donna. Gli altri tre sono: uno agli arresti in casa e due in carcere. Una curiosità: il marito della donna - T.S, 40 anni, romano - è il rapinatore seriale arrestato nei giorni scorsi, sempre dai carabinieri di Frascati. È accusato di aver messo a segno due razzie, in una erboristeria e una farmacia, alla fine di agosto e ai primi di settembre. Il suo rifugio, in un appartamento di Tor Bella Monaca.
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