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Influenza, ogni scuola fa da sé

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L'anno scolastico è iniziato con la preoccupazione dell'influenza A all'orizzonte. E ogni istituto della Capitale fa da sé. C'è chi vieta i baci in classe e chi annuncia massimo rigore sui certificati in caso di malattia. O gli studenti che si puliscono le mani con l'amuchina in aula e i presidi che hanno ordinato maxi scorte di saponi. La maggior parte delle scuole, per il momento, ha lasciato alla discrezione degli insegnanti se impartire o meno raccomandazioni e consigli per prevenire il contagio. Intanto la Regione sta approntando una task force per affrontare le necessità sanitarie negli istituti del Lazio, tra cui l'influenza A. Ad annunciarlo il direttore della direzione regionale Istruzione Maria Pia Bucchioni. A fare ritorno sui banchi sono stati più di 500 mila alunni tra Roma e provincia. Ieri è stato il primo giorno per 53.182 bimbi della scuola dell'infanzia, 166.678 delle elementari e 107.592 delle medie. I ragazzi delle superiori sono 174.420. Alcuni hanno iniziato ieri le lezioni (Giulio Cesare, Dante Alighieri, Tasso, Azzarita, Newton, Mamiani, Righi e Augusto per citarne alcuni). Tutti gli altri rientrano questa mattina, tra cui gli studenti dei licei Visconti, Orazio e Peano. I ragazzi non sono per nulla preoccupati da possibili contagi. Al classico Mamiani, in via delle Milizie, che ha riaperto in anticipo già giovedì scorso, la maggior parte degli alunni non ha ricevuto particolari indicazioni. Solo alcuni insegnanti hanno pensato di dare qualche consiglio. «Ma le informazioni - dicono i ragazzi - le abbiamo lette dai giornali». Niccolò quest'anno frequenta il quinto ginnasio e non ha sentito parlare di influenza: «Fino ad oggi non ci hanno detto niente». Camilla che quest'anno ha iniziato il secondo liceo si è confrontata con gli insegnanti e assicura: «Facciamo molta attenzione. Quasi tutti ci disinfettiamo le mani con l'amuchina». Al Dante Alighieri, chiuso la primavera scorsa alcuni giorni dopo il ritorno da New York di un gruppo di liceali che aveva contratto il virus, gli studenti non hanno ancora ricevuto indicazioni. Elena è iscritta all'ultimo anno: «Non ci hanno detto niente ma penso che siamo abbastanza responsabili da soli». Il preside Carlo Mari si è appellato al buon senso: «Basterà rispettare le norme basilari dell'igiene, come non bere dallo stesso bicchiere e lavarsi le mani». Ma c'è anche chi ha raccomandato ai ragazzi di evitare baci ed effusioni. «Non voglio passare per un talebano - ha detto il preside Mario Rusconi - i miei sono solo suggerimenti di buon senso». Tra i consigli proiettati ieri nell'aula magna della scuola: lavarsi le mani con salviette disinfettanti, gettare subito i fazzoletti usati e non scambiarsi merende e sigarette. Ma, nonostante il vademecum, gli alunni di viale Manzoni ieri si scambiavano affettuosità come nulla fosse. «Tanto - aggiunge una madre - si baceranno non appena fuori dal cancello». All'istituto tecnico per il turismo Cristoforo Colombo la preside Ester Rizzi ha inviato una lettera ad ogni famiglia per avvertire che dopo cinque giorni d'assenza i ragazzi non potranno varcare la soglia dell'istituto senza certificato medico. «Abbiamo anche aumentato il numero dei saponi nei bagni e nei viaggi all'estero faremo molta attenzione», avverte Rizzi. E se alla Colombo le gite saranno sorvegliate speciali, all'istituto comprensivo Pacifici di Tivoli la misura è più drastica. Saranno abolite.

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