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Movida ostaggio degli abusivi

Parcheggiatori abusivi nelle zone della movida romana

Il ricatto a Villa Celimontana: «Se vuoi lasciare l'auto devi pagare»

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Ci risiamo. Sabato sera, estate piena. I luoghi della movida notturna sono letteralmente presidiati dai parcheggiatori abusivi, che proprio in questa stagione fanno affari d'oro. Sistemano le macchine sul Lungotevere, all'Eur, al centro storico, dovunque ci sia una manifestazione o un evento che richiama gente. Dai due ai tre euro la richiesta, che sempre più spesso assomiglia a un'«imposizione» per lasciare l'auto nei pressi di un evento. Quasi nessuno se la sente di rifiutare per timore di ritorsioni e in una serata, un abusivo, può arrivare a «guadagnare» fino a 200 euro. E allora proprio sabato sera sul Lungotevere all'altezza di Castel Sant'Angelo, dove è in corso «Notti Animate», c'erano quattro parcheggiatori abusivi che invitavano le macchine a prendere posto per poi chiedere all'automobilista di turno tre euro. Lo stesso nei dintorni del Parco del Celio: la manifestazione «All'ombra del Colosseo» ospitava lo spettacolo di Andrea Perroni, 2 euro la richiesta per chi ha trovato posto lungo via di San Gregorio. Qui di parcheggiatori ce ne erano due, uno italiano. Ancora, nella stessa sera, altri due abusivi li ritroviamo davanti all'ingresso di «Roma incontra il mondo», in via di Ponte Salario. Non hanno timore di chiedere un'offerta a chi ha appena lasciato l'auto. «Stanno sempre qui il venerdì e il sabato sera – ci spiega un giovane che ha parcheggiato la sua Ford Fiesta – io gli do uno o due euro, ma almeno questi si limitano a prendere quello che gli dai senza reclamare». Già perché in via della Navicella, davanti Villa Celimontana, gli abusivi (ne abbiamo contati tre in appena 500 metri di strada) vogliono tre euro «altrimenti non parcheggi», minaccia uno di loro in italiano stentato. «Qui ormai sono un'istituzione – dice una ragazza in compagnia di un'amica – una volta ho provato a rifiutare offrendo un euro, ma quello straniero ha iniziato a urlare e mi sono spaventata, così gliene ho dati tre».

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