Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Botte e rapina, notte di terrore

default_image

  • a
  • a
  • a

.Dopo Renzo Arbore, l'ex direttore del Tg1 Ottavio Di Lorenzo, l'altro ieri, in via della Camilluccia, in un lussuoso compresorio di villini e case basse, quattro ore dopo la mezzanotte i soliti rapinatori acrobati dell'Est europeo hanno forzato una porta finestra di un appartamento al pian terreno, hanno svegliato tre donne che erano in casa e picchiato la proprietaria, portando via gioielli e poche centinaia di euro. Poi sono scomparsi. Non hanno lasciato tracce, solo un sentimento di paura che non abbondonerà tanto facilmente le tre vittime, una ferita con qualche livido e 10 giorni di prognosi, soccorsa al policlinico Gemelli dove i sanitari le hanno preparato un gambaletto di gesso per una caviglia malconcia dopo le botte. Gli acrobati erano conciati come negli altri colpi messi a segno nel triangolo della paura in cui si trovano le abitazioni rapinate da aprile a oggi, undici in tutto. Uno magrolino, più violento e rapido, gli altri ben piazzati e meno felini. I malviventi erano scalzi, ai piedi non portavano scarpe ma un paio di calzini, per non far rumore e potersi arrampicare meglio su grondaie e tubi esterni ai palazzi da scalare. Avevano il volto coperto: due da un passamontagna, l'altro da una sciarpa. Anche le mani erano coperte, da guanti di cotone, per non lasciare impronte digitali sugli oggetti della casa. Erano armati di una spranga e coltello. Probabilmente l'arma da taglio l'hanno presa dalla cucina dell'appartamento. «È stato terribile - ricorda la proprietaria - Stavo dormendo nella mia stanza da letto. La porta era chiusa a chiave. Le mie amiche erano in altre due camere, con le porte aperte. Alle 3 circa dei rumori mi hanno svegliata. Ho aperto gli occhi e ho notato che qualcuno stava cercando di entrare. Mi sono alzata e ho aperto per vedere se per caso una delle mie amiche si sentisse poco bene». È cominciato l'incubo. «Appena ho girato la chiave i banditi hanno spinto la porta e sono caduta a terra. In due mi hanno afferrata, presa a calci e puigni, poi mi hanno trascinata in un'altra stanza da letto dove si trovavano le mie due amiche minacciate dal terzo dei rapinatori con in mano un coltello da cucina. Una di loro è stata colta da un attacco di panico. Quelli dicevano: "Stai zitta, non fiatare o ti facciamo del male. Dov'è la cassaforte, dov'è?" Ho risposto: "Io non ho cassaforte". Allora hanno strappato gli anelli, gli orologi, le catenine e hanno preso qualche centinaio di euro». Hanno lasciato il coletello sul pianoforte e se ne sono andati da dove erano venuti, dalla finestra appena forzata. Ed è stato un caso, anzi, una tremenda beffa: l'appartamento è dotato di un sistema di allarme, ma l'altra notte non era stato attivato. Quindi i malviventi nemmeno hanno fatico troppo per entrare. Il compresorio è sorvegliato giorno e notte. All'ingresso su via Camilluccia c'è una guardiola, una sbarra che ostruisce il passaggio e una guardia privata che non dorme. I tre quindi sarebbero entrati dalla parte opposta, cha dà sulla Cassia, tagliando il verde che circonda l'abitato. Sul caso indaga la Compagnia dei carabinieri di Trionfale, intervenuta anche dopo la rapina in casa Di Lorenzo.

Dai blog