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Spunta la pista dei videopoker

Il cadavere di Salomone (Foto Gmt)

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Silvia Mancinelli OSTIA Partite di droga non pagate, videopoker clandestini, le «brutte facce» con cui la vittima era stato visto litigare animatamente poco tempo prima di morire. Su questo lavorano gli inquirenti per risolvere il rebus dell'omicidio di Emidio Salomone. Dopo una notte di interrogatori serrati, di testimonianze da vagliare, residenti, amici e conoscenti dell'ex testaccino si sono confessati uno dopo l'altro ai carabinieri del gruppo di Ostia, titolari delle indagini coordinate dal sostituto procuratore De Falco della Dda di Roma. Tra le persone chiamate a parlare anche la sorella di Salomone, sua unica parente. «Non so niente, mai saputo dei suoi giri», si è limitata a dire. Da lei che vive ad Acilia pare il fratello si recasse spesso: in molti – pur vivendo lui all'Infernetto - hanno raccontato agli inquirenti di conoscerlo benissimo. «Stava sempre davanti alla sala giochi – ricorda un uomo – Vivo a due passi da dove l'hanno ammazzato. Qui un po' ce l'aspettavamo. Litigava con certi tipi, facce poco raccomandabili, una volta sono perfino arrivati alle mani». Voci, tante, come questa sono arrivate anche agli inquirenti che a questo punto non escludono neanche la punizione arrivata da qualcuno in alto negli ambienti malavitosi ai quali Salomone continuava, seppure in vesti ridimensionate, ad essere legato. Dai vertici della criminalità organizzata il 55enne «compare» di Paolo Frau ai tempi d'oro della Banda della Magliana era precipitato molto più in basso. Fonti investigative raccontano di problemi della vittima con la droga. Quella stessa droga, l'eroina, che il gruppo della mala romana trafficava con grandi guadagni a cavallo tra gli anni '70 e '80. Proprio nei traffici di stupefacenti, forse una grossa partita non pagata, una delle piste seguite ad oggi dagli uomini agli ordini di Giuseppe La Gala. Poi certo non si esclude il passato della vittima, ancora tanto pesante. Ma è soprattutto il giro dei videopoker clandestini, che già 4 anni fa nell'ambito dell'operazione «Anco Marzio» fece spuntare il nome di Emidio Salomone, l'ambiente sul quale si concentra l'attenzione dei carabinieri. Magari sarà solo un caso ma la vetrina di quella stessa sala giochi, la Planet Games di via Cesare Maccari ad Acilia davanti alla quale giovedì sera è stato freddato Salomone, esplose poco più di un anno per una molotov lanciata contro la saracinesca.

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