Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Spunta l'ipotesi Colle Oppio

Champions League, finale a Roma

  • a
  • a
  • a

Una soluzione che metterebbe d'accordo Uefa - perchè comunque si salvaguarderebbe la visuale sul Colosseo - ma anche Comune di Roma e ministero per i Beni culturali. Ieri il sindaco Alemanno aveva dichiarato di non aver mai autorizzato l'allestimento, per i festeggiamenti, di campi di calcio tra il Colosseo e l'Arco di Costantino, ed era spuntata invece l'ipotesi del Circo Massimo. Una possibilità che non è piaciuta al presidente Uefa Michel Platini, che ieri, in un'intervista a Repubblica, ha respinto l'idea dicendo che «è da otto mesi che ci lavoriamo, in pieno accordo con il Comune di Roma. Sono loro che ce l'hanno detto». Pronta la replica del primo cittadino della Capitale: «Stiamo cercando di risolvere la questione. Dobbiamo avere un confronto con il ministero dei Beni culturali e l'Uefa e dopodomani (oggi, ndr) troveremo una soluzione». La soluzione potrebbe essere Colle Oppio, dove sorge la Domus Aurea e dove un tempo, in un campetto di calcio, si svolgeva il torneo di calcio degli immigrati. «Stiamo valutando un'alternativa che garantirà ai promotori del Festival Champions League il richiamo dell'immagine del Colosseo, che è la vera e sostanziale esigenza posta dalla Uefa e dal suo presidente», ha fatto sapere il sottosegretario ai Beni culturali Francesco Giro che ha aggiunto: «In un clima di assoluta collaborazione fra le soprintendenze statali e gli uffici del Comune stiamo lavorando per garantire al Festival la necessaria visibilità». Ma se da un lato si cerca di evitare le polemiche, il centrosinistra parte all'attacco. «È un altro colpo alla credibilità di Roma come sede di eventi sportivi internazionali - commenta il segretario del Pd del Lazio Roberto Morassut - Alemanno deve spiegare come stanno le cose sul villaggio Champions al Colosseo. Delle due l'una: o il Comune ha promesso cose che non poteva fare, tenendole nascoste, e ora, come accade ormai regolarmente, fa marcia indietro di fronte alle reazioni della cultura e fa fare a Roma e all'Italia una brutta figura, oppure ha sottovalutato l'enormità della vicenda gestendola in modo confuso e inadeguato». Critica ripresa anche dall'assessore provinciale allo Sport Patrizia Prestipino che ritiene quanto accaduto «una perdita di credibilità agli occhi di tutti e che ci inimica i vertici dello sport mondiale. Una figuraccia a livello internazionale. Il sindaco ormai ci ha abituati a questi repentini ripensamenti e in più occasioni ha smentito i suoi stessi collaboratori, come per lo spostamento degli Internazionali di Tennis a Tor di Quinto o su un improbabile utilizzo dell'impianto di Tor Vergata, fantomatica sede ideale per le più disparate discipline sportive».

Dai blog