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Giorgio Chinaglia è il grido di battaglia della Lazio

Otto anni fa la prematura scomparsa di una delle bandiere biancocelesti

Luigi Salomone
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"Otto anni fa ci lasciava Giorgio Chinaglia, bandiera biancoceleste e vincitore del primo scudetto della Lazio. Quel dito puntato, quel rigore battuto contro il Foggia, quei 24 gol nel 1973/74, sono immagini che il popolo biancoceleste non dimenticherà mai. Nel cuore di tutti è sempre vivo il suo ricordo". Così la Lazio ha ricordato sul suo sito ufficiale a otto anni dalla scomparsa, uno dei giocatori più importanti del firmamento biancoceleste. Giorgio Chinaglia è il grido di battaglia, ha cantato per anni la tifoseria biancoceleste. Una carrierra piena di tutto, lo scudetto, l'amicizia con fraterna con Tommaso Maestrelli, la fuga in America per diventare una delle stelle dei Cosmos insieme con Pelè. Nel 1983 il ritorno in Italia da presidente, un'esperienza fallimentare con la Lazio che torna in serie B piena di debiti. In quel momento Long John pagò la sua inesperienza da dirigente e la grande voglia di aiutare il suo amore chiamato Lazio. Poi un'ottima carriera da giornalista fino al maldestro tentativo di tornare a comprare il club del suo cuore. A 65 anni morì in Florida dopo un infarto e ora riposa al Cimitero Flaminio accanto al suo maestro sportivo, Maestrelli. Nei cuori dei laziali ci sarà sempre un posto per lui, simbolo del riscatto di una tifoseria, di uno scudetto mitico e di tanto altro. Ora tutti quelli che hanno a cuore le sorti del più antico club della Capitale se lo immginano nella curva paradiso a chiamare i cori per la sua amata Lazio.

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