Quella traccia sottile che lega Soros, Greta, Flotilla e Hannoun
C’è una traccia che tiene insieme l’ecosistema creato da George Soros, le missioni della Flotilla, Greta Thunberg e alcune figure centrali della galassia ProPal attiva in Italia, tra cui quella di Mohammad Hannoun. Un filo sottile, che si snoda in maniera indiretta - quasi impercettibile -ma che è ben teso. Il punto di caduta che li accomuna tutti, è, almeno ad una prima lettura, quello della causa palestinese: ciascun elemento di questa «rete» si è speso, in modo differente, per portare avanti questa battaglia. Quello che serve, però, in questo caso, è cercare di cogliere il quadro complessivo, più che soffermarsi sulle singole circostanze, perché ciò di cui stiamo parlando è, appunto, un vero ecosistema, le cui singole parti, anche se non direttamente collegate, sono in qualche modo in connessione l’una con l’altra.
I legami tra le Flotille e l’architetto giordano sono noti, a tratti persino trasparenti. A cominciare dal lavoro che Hannoun avrebbe fatto per la «Freedom Flotilla 2»: era il dicembre 2010 e durante i meeting della coalizione internazionale a sostegno della missione, Hannoun sarebbe intervenuto in qualità di «membro del coordinamento della Freedom Flotilla 2» e «presidente dell’associazione Api», come si legge nei resoconti dell’epoca. «Lo schieramento unitario che si è formato in questa occasione non ha veri precedenti, e rappresenta di fatto un salto di qualità potenzialmente molto positivo anche per il futuro», disse in una di quelle riunioni. «Sarebbe bello partire dall’Italia con decine di navi», aggiunse. L’8 giugno dello stesso anno, secondo quanto riportato dal sito "Infopal", Hannoun avrebbe partecipato ad un incontro all’Ambasciata turca, annunciando «l’allestimento della Freedom Flotilla 2, che si comporrà di circa 20 navi e 5mila passeggeri», si legge nel resoconto. «Sono già pronte sei navi - aveva poi annunciato. Si partirà verso settembre». Concludendo che avrebbe avviato una «raccolta fondi durante il Festival di Solidarietà palestinese», che si sarebbe svolto a Milano qualche giorno dopo l’incontro. Arrivando ad oggi, non c’è qui bisogno di ricordare l’impegno di Hannoun nel sostenere e promuovere pubblicamente l’ultima impresa della Flotilla, quella di quest’estate, per la quale si è speso sin dall’inizio.
All’interno di questa stessa missione, era presente anche un "frammento" che avrebbe già gravitato all’interno della galassia sorosiana, attraverso l’imbarcazione di appoggio «Karma» dell’Arci, onlus che tra il 2016 e il 2022 avrebbe beneficiato di donazioni, del tutto lecite, legali e trasparenti, da parte della Open Society Foundation. Si tratta di una connessione ovviamente indiretta, che nondimeno è comunque presente. E anche alcune personalità politiche della sinistra italiana presenti sulle imbarcazioni avevano incrociato in precedenza le proprie strade con altre realtà a loro volta finanziate da Open Society. Parliamo della Social Changes, agenzia di comunicazione che sostenne - sempre legalmente - le campagne comunicative di diversi candidati progressisti nelle elezioni del 2022. Per chiudere questo sottoinsieme, e per fare un altro esempio, il 30 ottobre scorso a Piacenza, come riportato da testate locali, c’è stato un incontro su «Gaza e Flotilla» al quale hanno partecicpato Hannoun e José Nivoi, componente proprio della Global Sumud Flotilla. Inosmma, il coinvolgimento di Soros nella vicenda di Flotilla, seppure "obliquo", si è manifestato in diverse circostanze.
Infine, il capitolo Greta Thunberg. Abbandonato il cambiamento climatico, la giovane attivista si è buttata, come noto, sulla causa ProPal. Pure Greta ha incontrato Soros durante le sua carriera: la sua manager storica, la tedesca Luisa Nuebaer, è membro di One Campaign, ong sostenuta molto generosamente fino al 2023, tra gli altri, proprio da George Soros. La stessa Greta che è stata una delle protagoniste della manifestazione pro Palestina del 29 novembre scorso a Roma insieme a Thiago Avilà e a Mohammad Hannoun.
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