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Askatasuna, Gasparri smaschera la sinistra. "Chi rompe le teste e chi dà i soldi", scontro con Boccia

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Foto: Ansa

Salvatore Martelli
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“C'è chi rompe le teste e chi dà i soldi”: Maurizio Gasparri inchioda l’opposizione e fa infuriare Francesco Boccia, accendendo uno scontro tra i due che ha animato, e non poco, l’aula del Senato. L’occasione dello scontro tra il membro della maggioranza e l’esponente del Partito Democratico è stato il voto di fiducia sulla manovra.

Il primo a dare il via alla rissa a distanza, è stato Gasparri che nel suo intervento non ha lasciato scampo all’opposizione: “C'è chi ai poliziotti e ai carabinieri spacca le teste nelle vie di Torino e chi mette i soldi per la loro previdenza e i loro straordinari – ha esordito – Queste sono le due Italie che si confrontano anche oggi: c'è chi rompe le teste e chi dà i soldi”. “Voglio partire da una constatazione che riguarda le forze di polizia perché c'è stato anche il decreto anticipi in questi giorni che ha dato 90 milioni alle forze di polizia – ha sottolineato il forzista prima di chiudere il suo intervento – nella manovra ci sono 114 milioni per gli straordinari”.

 

Evidente l’attacco alla sinistra da settimane molti vicini agli autonomi di Askatasuna che si sono scontrati con le forze dell’ordine in piazza a Torino. Alcuni esponenti di Avs, infatti, si sono schierati a difesa del centro sociale sgomberato, mentre il Pd e il sindaco dem Stefano Lo Russo hanno definito "sbagliato" lo sgombero.

 

E che Gasparri abbia colpito nel segno, lo dimostra la reazione furente del dem Boccia che si è scagliato contro tutti nel centrodestra senza esitazione: “Il presidente Romeo ha utilizzato mezzo intervento per contestare il ministro Giorgetti e l'altra metà per fare propaganda – ha attaccato stizzito – La cosa chiara è che nessuno in quest'aula, Gasparri compreso, può permettersi di dire che il gruppo del Pd e i gruppi delle opposizioni sono accanto a chi spacca la faccia alle forze dell'ordine. Mai”.

 

E poi il solito finale che tira in ballo il passato immacolato – a suo dire – del Partito Democratico: “Perché chi siede in questi banchi ha una storia chiara, la testa se l'è fatta spaccare per difendere la Repubblica, sempre e comunque". 

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