IL COMPLEANNO

Fratelli d’Italia compie 13 anni. Una scommessa vincente

Edoardo Sirignano

È il 23 dicembre 2012. Giorgia Meloni e Guido Crosetto, allora "la bambina e il gigante", raggiungono un accordo con Ignazio La Russa per dar vita a un nuovo partito, dal nome patriottico Fratelli d’Italia. La volontà di tutti è offrire, sin da subito, una novità. Le difficoltà, però, sono tante, così come la forte opposizione da parte di chi voleva un centrodestra vecchio stampo. La stessa premier, nella sua prima intervista rilasciata, a pochi giorni dal Natale, ammette come si tratti di «un’impresa difficile». Bisogna, infatti, «raccogliere le firme, trovare la gente». Occorre, poi, unire le tre anime che contraddistinguono il neonato contenitore: quella dei giovani Dc vicini all’attuale ministro della Difesa, quella solidale allo storico colonnello di Alleanza Nazionale e ovviamente il nuovo gruppo di giovani proveniente dall’esperienza positiva del Fronte della gioventù capitolino. Detto ciò, quella minuta ragazza, cresciuta sulle pagine di Tolkien, sembra aver talento nel sapersi rimboccare le maniche e soprattutto "unire". Così come il suo idolo Frodo, raduna, non la "Compagnia dell’Anello", ma quella classe dirigente che si candida a guidare il Paese nel periodo più difficile.

 

  

 

Comincia, dalla prima sede di via Giovanbattista Vico, a pochi passi da piazza del Popolo, il luogo storico dei comizi di Giorgio Almirante, quel cammino che avrebbe dovuto innovare la destra. Un percorso certamente insidioso. I primi sondaggi, infatti, parlano di 2%, al massimo 3%. La stessa premier, su X, nel suo messaggio per festeggiare il 13esimo compleanno, ricorda quella «sfida controcorrente, portata avanti da donne e uomini che non hanno mai smesso di credere nelle proprie idee, anche quando era più difficile farlo». Giorgia spiega come il suo progetto sia cresciuto «passo dopo passo, senza scorciatoie, costruendo una comunità politica, solida, radicata, orgogliosa della propria identità e capace di parlare all’Italia reale». È questa la ricetta che consente a quella forza, trovatasi all’opposizione nel periodo più buio della pandemia, di diventare alternativa credibile. «Una crescita – spiega la prima donna di Piazza Colonna – fatta di militanza, sacrificio, presenza sui territori e fiducia reciproca».

 

 

Si arriva, quindi, alle politiche del 2022 e alla sorpresa che non ti aspetti. Il movimento più giovane della coalizione ottiene il 26%. Sarà, pertanto, quello che esprimerà il primo presidente del Consiglio donna o meglio avrà il compito di riavviare il tutto dopo il grande stop chiamato Covid. Funzione che gli riesce al meglio, considerando i successi ottenuti sia fuori che dentro l’Italia. Adesso Palazzo Chigi non è più il fanalino di coda dell’Europa, ma detta la linea a Francia e Germania, le potenze che prima ci snobbavano. Con la nuova vittoria di Donald Trump e il suo rapporto privilegiato con quella donna ritenuta «eccezionale», l’Italia è la voce del vecchio continente. «Oggi Fdi – evidenzia Meloni – è una forza centrale». Ma soprattutto è una storia collettiva che continua a vivere grazie «a chi ci ha creduto dall’inizio, a chi si è unito lungo il cammino e a chi, ogni giorno, sceglie di metterci impegno, passione e cuore». Atreju, d’altronde, ne è la prova. La piccola festa di partito, nata da un personaggio della "Storia Infinita", adesso è la convention del Paese "forte". La stessa Meloni, però, sottolinea come tutto ciò sia solo una «tappa di un percorso che continua».