Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Crosetto: "La pace? Mi accontento di una tregua. Viviamo in tempi difficili"

Foto:  Lapresse 

Angela Bruni
  • a
  • a
  • a

"Viviamo una fase storica segnata da una instabilità che non ha precedenti, la situazione peggiore dalla Seconda guerra mondiale. Ad oggi ci sono 59 conflitti attivi nel mondo, 78 gli Stati coinvolti in guerre al di fuori dei propri confini, 17 paesi che hanno subito nel 2024 più di mille morti. In questo quadro noi viviamo nel nostro paese alcune guerre che raccontiamo: quelle in Medio Oriente, in Ucraina. La rapidità con cui il mondo si evolve, fa sì che siamo chiamati a costruire uno strumento militare capace di operare efficacemente in un dominio che cambia ogni giorno, in un contesto che cambia ogni settimana, con delle condizioni che mutano troppo velocemente". Lo ha detto il Ministro della Difesa Guido Crosetto nell'augurare ai militari impiegati nelle missioni all'estero gli auguri di Natale. "La nostra sfida non è difendersi, è prevenire le crisi perché una volta che le crisi sono scoppiate, è sempre più difficile fermarle, e una volta che si sono fermate è sempre più difficile intervenire per sanare quelle ferite".

"Dobbiamo attrezzare la nostra Difesa per vivere in questo scenario, dobbiamo chiedere ai nostri militari di cambiare ogni mese, ogni settimana la mentalità, perché ogni mese e ogni settimana cambia il quadro di riferimento", ha sottolineato Crosetto. "Abbiamo visto come una nave civile con 650 passeggeri a bordo,  attraverso un attacco hacker, può trasformarsi in uno strumento potenzialmente distruttivo. Pensate se quella nave al posto di portare passeggeri, portava a gas o petrolio: una volta che qualcuno ne prende il comando da remoto può guidarla dove vuole. Viviamo in un mondo di questo tipo, dove le tecnologie crescono ogni giorno, dove la minaccia cresce di pari grado". "Ci viene chiesto, come Difesa, come forze armate, di evolvere, di cambiare, di inseguire un cambiamento. E purtroppo lo dobbiamo fare coi tempi della burocrazia, che ci rendono, in momenti così, più lenti. Perché noi seguiamo regole democratiche e burocratiche e quindi abbiamo dei processi in tutto".

"Tutto questo bisogno di cambiamento, però poggia su qualcosa che non cambia, che sono gli esseri umani, le persone che hanno deciso di servire in armi e in divisa il proprio paese, che hanno giurato di difenderlo, che hanno giurato di mettere il proprio paese e la democrazia al di sopra di tutto, come priorità, che svolgono il proprio lavoro lontano da casa con la semplicità su cui si basano i valori e la forza delle nostre forze armate", ha aggiunto il ministro. "Noi siamo qua oggi per ringraziarli, per augurare loro un buon Natale anche se a distanza. Che il 2026 sia un anno portatore di speranza, non voglio neanche più dire di pace, che è un sogno difficile da realizzare, in questi periodi mi accontento della speranza di una tregua, e poi della trasformazione di una tregua in pace e nessuno più degli uomini e delle donne che servono le forze armate si augurano e inseguono la pace".

Dai blog