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Sangiuliano dentro, Boccia fuori. Mastella ancora re del Sannio, vincitori e sconfitti delle regionali in Campania

Foto: Ansa

Edoardo Sirignano
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“Campania felix” significa Campania felice o se vogliamo essere precisi “fortunata”. Anche se in questo caso ha portato “bene”, utilizzando tutta la scaramanzia a disposizione, solo ad alcuni.

Partiamo dalla coalizione vincente. A fare incetta di preferenze c’è di sicuro Pellegrino Mastella, il figlio dell’ex Guardasigilli. A far discutere non tanto i quasi 14 mila consensi, ma la percentuale sfiorata in quel di Benevento. Il campanile, a quelle latitudini, con un degno 17%, sovrasta finanche le corazzate di Pd, Fi ed Fdi.  Nella città dell’Arco di Traiano, come a Ceppaloni, sfiora addirittura quota 26%. Insomma se tutta Italia fosse Sannio, diremmo che Clementone potrebbe insidiare Giorgia. La prole dei “balenieri”, d’altronde, è una garanzia. In Irpinia, ad esempio, tra i meloniani ritorna Ettore Zecchino, figlio dello storico ministro all’Istruzione e unico a essere eletto nel centrodestra locale, a differenza, invece, degli ultimi sindaci di Avellino Gianluca Festa e Laura Nargi.

Ancora più sorprendente quanto accaduto tra le file dem, dove Giorgio Zinno, storica fascia tricolore di San Giorgio a Cremano (sponsorizzato dal capogruppo uscente Mario Casillo) precede sia il consigliere partenopeo Salvatore Madonna che Massimiliano Manfredi, il fratello del sindaco che, più di tutti, si è battuto perla leadership di Fico. L’imprevedibilità è parola d’ordine anche all’interno del M5S. Tra i non eletti sia il capogruppo uscente Michele Cammarano che il consigliere Vincenzo Ciampi. L’unico ex a essere riconfermato Gennaro Saiello.
Non va meglio, comunque, neanche alla fuoriuscita Valeria Ciarambino. Seppure i suoi nuovi compagni socialisti fanno il pieno di consensi, quella che De Luca denominò, fregandosene di ogni possibile body shaming, la “chiattona”, resta fuori. Medesima sorte tocca a chi l’ha seguita nella nuova sfida (l’ex parlamentare pentastellato Luigi Gallo e il già portavoce Luigi Cirillo). Non vanno meglio, d’altronde, campionissimi di preferenze come Giuseppe Sommese e Armando Cesaro. La stessa corte di Re Vincenzo De Luca è decimata. Se vengono eletti la sua fedelissima assessora Lucia Fortini, il veterano Gennaro Oliviero e il consigliere Luca Cascone non ce la fanno Carmine Mocerino (noto per essere finito, sin dall’inizio della campagna, nella famosa lista degli “impresentabili”), Rosella Casillo e Vittoria Lettieri, entrambe figlie di uscenti.

Nel centrodestra, invece, la novità è il ritorno in politica dell’ex ministro Gennaro Sangiuliano. Dopo lo scandalo che lo ha portato fuori da Palazzo Chigi, il giornalista risorge e, per 300 preferenze, è secondo. Nella sua Napoli a precederlo solo Ira Fele, moglie del deputato Michele Schiano. Va peggio, invece, a quella donna che lo portò alle dimissioni da ministro. La bionda Maria Rosaria Boccia, seppure trascinata dal ciclone Bandecchi, ottiene solo 87 preferenze. Tra i volti noti a restare a casa pure Pasquale Di Fenza, il candidato sponsorizzato dalla tiktoker Rita Di Crescenzo, il cui contributo all’ottima performance azzurra, per i rosiconi della sinistra, è pari allo zero. La "simpaticissima" non è sinonimo di vittoria neanche per Pasquale Di Fenza, il consigliere finito al centro delle polemiche per avergli prestato la scrivania. Arriva 19esimo su 27 posizioni disponibili in AvS.

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