Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Ecco il tour del partito islamico. Con Hannoun anche M5S e AVS

Foto: Ansa

Giulia Sorrentino
  • a
  • a
  • a

Islam e politica si fondono in un binomio un tempo inedito, oggi forse non più. Il Tempo fin dall’inizio, prima ancora del caso della lista islamica a Monfalcone (in Friuli Venezia Giulia), ha denunciato l’emergere di un fenomeno quantomai preoccupante per la nostra democrazia, ovvero l’imminente nascita di un partito islamico. Le prove si fanno sempre più fitte e gli elementi a sostegno della nostra tesi aumentano costantemente. Tra i nuovi protagonisti in questo scenario c’è Mohammad Hannoun, che da capo dell’Api (Associazione dei Palestinesi in Italia), sembra aver deciso che, forse, parlare solo di Palestina non sia più sufficiente. Ecco, allora, che dopo l’assemblea permanente con Usb (Sindacato di base) e Potere al popolo tenutasi a Piacenza, ce ne sarà un’altra. O meglio, un vero e proprio tour "elettorale". Si tratta di assemblee pubbliche che nulla hanno a che vedere con la causa dei gazawi, bensì con la volontà di «cambiare l’Italia». Il come, al momento, non ci è dato saperlo. Anzi, l’unico indizio è che vogliono «bloccare tutto». Per questo, quindi, il giordano filo Hamas ha lanciato «l’Assemblea pubblica di Crema» e l’«Assemblea pubblica di Mantova», che si terrà presso la Sala Civica il 14 novembre alle ore 16.30. Relativamente alla seconda: «Ne discuteranno con le lavoratrici, i lavoratori e la cittadinanza» la Federazione Usb Provinciale Cremona Mantova, Giovanni Ceravolo di Usb Portuali e Pietro Cusimano, in compagnia di Hannoun.

Tutto più o meno già visto, se non ci fossero due nuovi elementi. Il primo: parteciperanno il Movimento 5 Stelle e Avs. Dopo mesi di silenzio davanti alle nostre richieste di chiarimento, cosa fanno? Si uniscono a una sua iniziativa. Mesi, appunto, in cui abbiamo chiesto alla pentastellata Stefania Ascari, al suo collega di Bruxelles Gaetano Pedullà, a Laura Boldrini del Pd, a Nicola Fratoianni di Avs, che legami avessero con un uomo sanzionato dall’America in quanto ritenuto propaggine di Hamas in Italia. Un silenzio che, però, oggi non li vede distanti, bensì affianco su un unico manifesto. Il secondo aspetto riguarda gli argomenti che verranno affrontati: il salario e il no al riamo, oltre alla situazione nella Striscia di Gaza. Ora, per quale motivo Hannoun dovrebbe avere delle specifiche competenze in materie belliche o economiche? E, soprattutto, perché due partiti che siedono nel nostro Parlamento dovrebbero aderire a una conferenza politica che vede tra i relatori Hannoun? Lo stesso Hannoun che ha parlato in piazza di «collaborazionisti» da uccidere. Un episodio che, sommato agli altri, ha comportato un daspo nei suoi confronti dalla città di Milano per un anno, con la motivazione di istigazione all’odio. Decisione presa dalla Questura del capoluogo lombardo, che ha ravvisato nel suo comportamento un pericolo non solo per le frasi in sé, quanto per il rischio di emulazione che una figura come la sua può generare.

Ma dall’opposizione nemmeno una parole di condanna, fatto salvo per il riformista Piero Fassino, Emanuele Fiano di Sinistra per Israele e i leader di Azione e Italia Viva, Carlo Calenda e Matteo Renzi. Nessuno tra le fila dei "democratici", gli stessi che gridano allo scandalo per ogni minimo dettaglio, ha sentito il dovere di spiegare perché frequentino un «fan di Hamas», come lui stesso si è definito. Non hanno sentito nemmeno il dovere morale di rispettare ciò che loro stessi dicono di sostenere: il rispetto per la stampa e la libertà di espressione. Un concetto che hanno ribadito in modo convinto a margine dei fatti che hanno colpito Sigfrido Ranucci. E allora, a fronte dei nuovi elementi e proclami chiediamo nuovamente: cosa c’è che vi accomuna a lui? Ve ne discostate in modo ufficiale, fermo e netto? Resta intanto da circoscrivere il nuovo Hannoun, la sua versione 2.0, più onorevole e meno tribuno, più leader di partito che della piazza, più giacca e meno kefiah. Non sia mai che un giorno, invece del megafono, lo ritroveremo a usare il microfono di un’Aula (a lui non certo sconosciuta, visto che le prove generali sembra già averle superate per qualcuno). Difficile non chiedersi, poi, quale sia lo scopo ultimo di questa maxi operazione. Anche se sembra già piuttosto evidente.

Dai blog