Il convegno de Il Tempo, Foti: "Il Pnrr non è solo spesa ma riforme. Quando finirà pronti altri 74 miliardi"
Analizzare lo stato di avanzamento del Pnrr e le conseguenti prospettive di sviluppo per l’Italia. È stato questo il cuore della partecipazione del ministro agli Affari Europei, il Pnrr e le politiche di Coesione, Tommaso Foti alla tavola rotonda, organizzata ieri da Il Tempo intitolata «Infrastrutture al Tempo d’oggi», agli Horti Sallustiani di Roma. Intervistato dal direttore Tommaso Cerno, Foti ha fatto il punto sia sull’avanzamento del Piano di Ripresa e Resilienza, sia sulle prospettive di sviluppo.
«Abbiamo lavorato per imprimere un’accelerazione che consentisse all’Italia di conseguire un risultato di grande rilievo», ha spiegato il ministro. E ha aggiunto: «Anche in Europa c’è molta attenzione sull’esito del Pnrr italiano, poiché rappresenta il programma con il più alto ammontare di risorse economiche». Quanto al cambiamento che può imprimere all’Italia, Foti ha sottolineato: «Il Piano non è soltanto un insieme di interventi di spesa, ma comprende anche un ampio pacchetto di riforme strutturali», dunque «la riduzione dei tempi di pagamento della pubblica amministrazione costituisce già un importante passo avanti, che si traduce in un vantaggio concreto per le imprese».
Perciò, ha evidenziato, «il Pnrr è un piano in movimento, un progetto dinamico che richiede tempi, strumenti e misure adeguate per giungere alla sua piena realizzazione». Il ministro ha poi osservato, guardando in prospettiva: «Dopo il Pnrr c’è la coesione. Perché noi abbiamo circa 74 miliardi di euro che sono riservati ai fondi di coesione». E in questo senso l’Italia dovrà dimostrare di saper spendere, incanalando una percentuale consistente di quelle risorse «dal punto di vista esecutivo». Dunque con progetti concreti per esempio, il programma Gol, per quanto riguarda le competenze, «avrà una prosecuzione, all’interno della coesione, nel fondo sociale europeo. Questo significa che finito il Pnrr bisognerà continuare a occuparsi del tema delle competenze, ancor più considerando il mismatch che c’è nel mondo del lavoro, tra ciò che l’industria chiede e ciò che il mercato offre».
Il panel de Il Tempo ha fornito anche l’occasione per affrontare un tema di strettissima agenda politica, la manovra economica, su cui l’esecutivo sta tirando le fila. Cerno ha chiesto quali sono le misure centrali che saranno contenute nella legge di bilancio. «Siamo riusciti a rientrare, in questi mesi, dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo», ha detto il ministro, spiegando il contesto di partenza. «Questo serve ai mercati, serve alle agenzie di rating, ma serve soprattutto per far diminuire i tassi di interesse». Andando ad alcune misure contenute della manovra, «è previsto il superammortamento, e va a beneficio del sistema delle imprese. Poi ci sono 3,5 miliardi stanziati per le famiglie. C’è poi il taglio dell’Irpef, che è importante anche sotto il profilo psicologico. Anziché attuare una politica «tassa e spendi», si attua una politica di taglio delle tasse, questa dà un’inversione di tendenza notevole. Questo ci divide profondamente dal centrosinistra».
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