Salvini lancia la lista Zaia: "Valore aggiunto in Veneto, la sua forza non va dispersa"
Nel weekend che segna il picco di calore agostano, la partita delle candidature per le prossime elezioni regionali, in particolare quella del Veneto, rischia di far calare il gelo tra gli alleati di centrodestra. Il colpo arriva dal leader della Lega, Matteo Salvini, che, dopo il direttivo regionale del partito, ribadisce agli alleati la richiesta di «esprimere il prossimo candidato presidente del centrodestra» e, soprattutto, annuncia l’intenzione di presentare in vista delle consultazioni d’autunno, una lista Zaia. La stoccata non è da poco ed è diretta in primis a chi, dentro Fratelli d'Italia e Forza Italia, da settimane fa orecchie da mercante alle richiesta del vicepremier di un candidato leghista per il dopo Zaia. Una lista con il nome del governatore uscente «deprederebbe tutte le altre a cominciare da quella della Lega», sostengono fonti di maggioranza, e forse proprio per questo, fino a oggi, confidando nel fatto che la mossa avrebbe danneggiato anche il Carroccio, nessuno degli alleati si è curato di rispondere ai solleciti del vicepremier, che si sono fatti sempre più pressanti e oggi diventano pretesa.
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Salvini durante la riunione del partito in Veneto fa un bilancio: «Il partito conta su 11.000 iscritti e più di 160 sindaci. E in vista delle regionali ha già raccolto 158 disponibilità alla candidatura: potrebbero garantire la costruzione di addirittura tre liste». I numeri dimostrano «la forza dirompente della Lega in Veneto - chiosa il segretario -. L’eccellente amministrazione garantita negli ultimi anni con la guida di Luca Zaia non va dispersa». Di qui la decisione: proporre agli alleati la lista Zaia, «giudicandola un valore aggiunto». E se quello del leader del Carroccio non è un ultimatum, ci somiglia parecchio. I tempi, in vista delle regionali d'autunno, cominciano a stringere e bisogna sciogliere in tempi brevi tutti i nodi ancora irrisolti, che non sono pochi. Il centrodestra sostiene il presidente uscente della Calabria, Roberto Occhiuto, dove oggi sono state indette le elezioni per il 5 e 6 ottobre. «Siamo prontissimi, con liste forti in tutte le province - è il commento di Salvini dopo la stilettata dal Veneto, non appena viene resa nota la data del voto -, l’obiettivo è vincere le elezioni, con la Lega forza trainante del centrodestra. Avanti tutta!».
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C’è accordo anche sul governatore uscente Francesco Acquaroli nelle Marche, ma nel resto delle Regioni non sono ancora state formalizzate le candidature. Per la Toscana si fa il nome del sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi (FdI), ma non c’è nulla di ufficiale, come in Puglia e Campania. Anche nel centrosinistra c'è ancora molto lavoro da fare e, incassato il via libera del M5S alla candidatura del presidente uscente della Toscana Eugenio Giani, i prossimi giorni saranno quelli delle decisioni su Puglia e Calabria. Sul punto interviene la pentastellata Vittoria Baldino che nell’evidenziare la «generosità» dimostrata dal Movimento nelle altre regioni, sulla Calabria rilancia: «Il M5S vorrebbe avere l'onore di guidare la coalizione e io spero che sia la più ampia possibile», afferma, dicendosi «molto orgogliosa della forza politica che rappresento e i calabresi ci danno molta fiducia: vuol dire che le battaglie che facciamo sulla sanità, sulla legalità e sulle infrastrutture portano dei risultati, mentre gli esponenti del centrodestra si limitano a tagliare nastri di opere che abbiamo lanciato quando eravamo al governo e a definanziare la sanità pubblica per favorire quella privata».
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