Inchiesta Milano, Nordio inchioda la sinistra: "Evitano il carcere grazie a me, cosa ne pensa il Pd?"
"Con la mia riforma, a Milano oggi hanno tutti evitato il carcere. Vorrei sapere cosa ne pensa il Pd". È un Carlo Nordio muscolare quello che, in una lunga intervista al Corriere della Sera, parte dall’operazione anticorruzione sull’urbanistica del capoluogo lombardo per parlare delle carceri e annunciare nuove misure in arrivo. Il ministro della Giustizia, pescando a mani piene dall'attualità e dal terremoto politico-giudiziario che sta scuotendo la città gestita da Beppe Sala, rivendica la sua norma sull'arresto posticipato all'interrogatorio e non coglie l'invito a ritirare la legge Salva Milano (quella che andrebbe a disciplinare gli interventi "in materia urbanistica ed edilizia" con l'obiettivo di far ripartire i 150 progetti che nei mesi scorsi sono stati bloccati dalla Procura di Milano per presunti abusi edilizi). "Le leggi non vanno presentate o ritirate sulla base di ciò che suscita emotività", dice il Guardasigilli con fermezza di parole e di idee.
Sala indagato, FdI: "Dov'è la sinistra pronta a dare lezioni? Il Pd batta un colpo"
Sulla corruzione, spiega, "non so se ci sia o no. Le leggi ci sono. Ma è illusorio pensare che possano fermare un fenomeno che c'è dai tempi di Cicerone". Il sovraffollamento carcerario è un tema su cui si continua a lavorare con costanza e, dice il ministro, "stiamo raggiungendo i primi obiettivi, cominciando con i detenuti che possono usufruire di misure alternative". A essere chiaro tra le voci in agenda è ciò che non si farà: "Né indulto né liberazione anticipata. Se motivati dal ridurre il sovraffollamento, non solo costituiscono una manifestazione di debolezza dello Stato o addirittura di resa, ma sono anche inutili". Il ministero si sta occupando ora "di 10.105 detenuti definitivi, con pena residua sotto i 24 mesi, che possono fruire di misure alternative". Quanto al piano carceri, Nordio anticipa che ci sarà anche "un ampliamento della pianta organica dei magistrati di sorveglianza di 58 unità" e che dal 30 giugno "dei 6.000 addetti all’ufficio del processo che stabilizzeremo con fondi nazionali una parte cospicua sarà assegnata alla magistratura di sorveglianza".
L'inchiesta si allarga. Sala "esercitava pressioni" su Marinoni per il Pirellino
A chi lo accusa dei pochi risultati, il ministro risponde con la verità dei numeri e dei fatti. "Nel luglio 2006, con il governo Prodi, la popolazione era di 60.710 detenuti. Con l’indulto ne fu liberato il 36%. Tre anni dopo erano arrivati a 63.472, con una crescita costante e una recidiva del 48%", scandisce. Se, come molti sostengono, "non è stato fatto un granché", si deve considerare che è molto difficile "rimuovere situazioni consolidatesi nei decenni". La separazione delle carriere resta un punto fermo del programma della maggioranza nonostante le critiche e il "rigido ostruzionismo" delle opposizioni. "È normale negli Stati dove è nata la democrazia: dalla Gran Bretagna agli Usa. E in quasi tutta Europa. Questo linguaggio apocalittico e sgangherato rivela debolezza argomentativa", conclude Nordio.
Dai blog
Generazione AI: tra i giovani italiani ChatGPT sorpassa TikTok e Instagram
A Sanremo Conti scommette sui giovani: chi c'è nel cast
Lazio, due squilli nel deserto