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Premierato, Pera replica al terrore sparso da Segre: nessun regime da capo tribù

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Marcello Pera non ci sta. E risponde per le rime a Liliana Segre sul premierato. «Il premierato non è il regime del capo della tribù, ma una forma di governo democratica, sono perciò stupito dall’opposizione. Il Pd dimentica la sua storia recente, perché i socialisti riformisti hanno elaborato buoni progetti di premierato, da quello di Cesare Salvi in poi», le parole dell’ex presidente del Senato intervenendo in Aula sul premierato, con implicito riferimento all’intervento in discussione generale sul premierato della senatrice a vita, che aveva parlato proprio di rischi di involuzione del sistema («Non tutto può essere sacrificato in nome dello slogan ’scegliete voi il capo del governo’. Anche le tribù della preistoria avevano un capo, ma solo le democrazie costituzionali hanno separazione dei poteri, controlli e bilanciamenti, cioè gli argini per evitare di ricadere in quelle autocrazie contro le quali tutte le Costituzioni sono nate», sono state le parole di Segre in Aula la scorsa settimana).

 

 

Pera poco prima aveva citato la forma di governo in Gran Bretagna, citando i tanti poteri del ’prime minister’: «Altro che ‘tribù’ e ’legge Acerbo’, altro che ‘deriva plebiscitaria’, o ‘lateralizzazione del parlamento’, o incultura da ’studente del primo anno di giurisprudenza’, come illustri colleghi ci hanno qui spiegato», sono state le sue parole, con riferimento ancora a quanto sostenuto dalla senatrice a vita, che ha richiamato in Aula anche la legge Acerbo del ’23, voluta per ’blindare’ la maggioranza di Mussolini alle elezioni del 1924.

 

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