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Pd, è tutti contro tutti: dalla faida Nardella-Ricci agli scaricati Annunziata e Zan

Edoardo Sirignano
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Il futuro del Pd passa per il Centro Italia. Un vero e proprio duello tra sindaci scuote il Nazareno. A contendersi l’eredità di Elly Schlein, a parte le voci insistenti sul ritorno di Paolo Gentiloni, che vorrebbe sfruttare il tram dem per salire sul Colle, ci sono: Dario Nardella, primo cittadino di Firenze e Matteo Ricci, fascia tricolore di Pesaro. Il primo è sostenuto da tutto quel mondo che si ritrova intorno all’ex ministro Dario Franceschini, che ancora una volta tira i fili, stanco di portare l’acqua ai compagni di Elly, in cambio di briciole. Sfida non impossibile, ma complessa. Bisogna innanzitutto spaccare i riformisti del Nord, con cui Schlein sembra aver deposto le armi. Basta osservare le ultime uscite di un tal Stefano Bonaccini. Altro ostacolo per Dario di Palazzo Vecchio, poi, le amministrative. Il maestro Renzi, come il miglior Medici, vuole riprendersi il Comune e sfrutta tutto ciò che gli capita, pur di gettare fango sul figlioccio, poi diventato traditore. Meglio per l’ex premier stipulare un patto con l’affidabile Paolone, che lo riporterebbe nell’Europa che conta in cambio di un futuro da Sergio Mattarella. Se Sparta piange, Atene non ride.

 

 

 

Lo sfidante di Nardella, Ricci, ultimo pupillo di casa Bettini, tenta di chiudere intorno a sé la Roma che conta, quella sinistra che non vuole piegarsi alla Schlein e al fido consigliere Nicola Zingaretti. L’ex governatore non vede l’ora di diventare capogruppo dei socialisti a Bruxelles, per togliersi dai piedi intellettuali scomodi, come Goffredo, che ti possono fare una congiura quando meno te la aspetti. Ragione per cui al sindaco di Pesaro starebbero arrivando aiuti dal variegato mondo di Bettini, comprendente un parterre che va da Orfini fino al redivivo Rutelli, il cui stare fuori equivale allo «stai sereno» di renziana memoria. A sposare la causa potrebbe esserci finanche il sindaco Gualtieri, che stanco dei diktat provenienti da Sant’Andrea delle Fratte, vorrebbe dire la sua. Il Matteo marchigiano, d’altronde, è l’uomo perfetto, considerando il suo passato, per mettere insieme i vecchi amici della Leopolda con i compagni ribelli. E se fosse proprio lui il predestinato per il dopo Elly? I problemi, intanto, arrivano dal vivaio di Goffredo, dove non tutti sono d’accordo. Fino a quindici giorni fa, lo «stratega col cane e il bastone» aveva promesso sostegno a un tale Marco Tarquinio, non uno qualunque. Stiamo parlando del prescelto da Elly per radunare i fedelissimi del Vaticano. Analizzando gli articoli dei giornali, il direttore dell’Avvenire, però, non spende una parola in linea col partito. Dalle armi, dove si ritrova con Conte, tanto che qualcuno lo accusa di essere avamposto grillino, fino all’aborto, dove praticamente chiede l’esatto contrario di quanto auspicato dalla segretaria, Marco è un papa straniero. Ragione per cui sembra essere già stato isolato (a parte Demos e la solita Covassi). Non è l’unico nome della società civile, però, a cui è toccata tale amara sorte.

 

 

 

Nel Nord Ovest Cecilia Strada, la figlia del grande Gino di Emergency, che predica lo stesso Vangelo di Tarquinio, viene lasciata senza armi a combattere gli squadroni del bergamasco Gori, del capogruppo uscente Benifei e delle europarlamentari Tinagli e Toia, che utilizzano ogni arma a disposizione, pur di restare salde alla poltrona. Lo stesso Alessandro Zan, paladino dei diritti, è finito con l’essere solo una bandiera in uno scontro tra vecchie volpi. Essendo l’unico a essere candidato su due collegi, avrebbe vociferato a qualche suo amico della comunità Lgbt vicina al Nazareno: «Sono stato abbandonato sia da una parte che dall’altra». Per non parlare, poi, del Sud, dove la capolista Lucia Annunziata, che doveva essere portata da tutti, è costretta fare straordinari in solitudine tra i paeselli, pur di non fare figure barbine. Non se la passa meglio neanche il collega di rosse battaglie Sandro Ruotolo, che voleva farle le scarpe mediante un accordo con la sardina Jasmine. Quest’ultima, se nei primi giorni lo ha utilizzato, nelle ultime ore sembra averlo scaricato per il Topo di turno. Senza di questo, d’altronde, Napoli è fortino invalicabile. Così, mentre Decaro e Picierno sono blindati, tra i fedelissimi di Elly, nel Mezzogiorno, è in atto una vera e propria faida.

 

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