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Europee, Ap di Bandecchi ammessa al Sud ma non al Centro: scatta il ricorso

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L’ufficio elettorale della Corte d’Appello di Roma, presidente Tommaso Picazio, ha escluso Alternativa Popolare di Stefano Bandecchi e Luca Palamara dalle europee 2024 per la circoscrizione centro. Ap, che non ha raccolto le firme necessarie, aveva nel simbolo il riferimento al Ppe, ma mancherebbe il collegamento con un parlamentare o un europarlamentare eletto in Italia. Tuttavia la lista è stata ammessa dall’ufficio elettorale della Corte d’Appello di Napoli. Ma come è possibile? Insomma, laziali, i toscani, umbri e marchigiani non potranno scegliere se votare Ap, mentre potranno farlo gli italiani del sud. Ap ha già presentato ricorso in Cassazione contro la decisione della Corte d’Appello di Roma. E ancora non si conoscono le decisioni delle Corti d’Appello di Milano, Venezia e Palermo.  La prima decisione sui partiti esentati dall’obbligo della raccolta delle firme spetta alle cinque Corti d’Appello (una per ogni circoscrizione), dove i partiti hanno presentando le liste entro le ore 20 di oggi. È però  possibile ricorrere in Cassazione. 

Dal partito del sindaco di Terni e di Luca Palamara trapela rabbia e indignazione per quello che viene visto come un cortocircuito istituzionale e normativo. Ap ha presentato alle corti analoga documentazione è questa differenza di giudizio è ritenuta inaccettabile. Secondo quanto si apprende, Alternativa Popolare ha già presentato ricorso contro la decisione dei giudici di Roma. 

Il presidente di Ap, Paolo Alli, spiega al Giornale che "non sappiamo come saranno i giudizi delle altre tre circoscrizioni, ma è chiaro che se venissimo azzoppati in qualche circoscrizione faremo ancora più fatica a raggiungere la soglia del 4%” prevista alle europee. “Noi siamo convinti di avere l'esenzione rispetto alla raccolta delle firme perché riteniamo che le ultime modifiche introdotte alla legge elettorale non cambiano le condizioni per le quali noi stessi eravamo stati ammessi come lista nel 2019 e le condizioni per le quali nel 2014 la Corte di Cassazione aveva ammesso i Verdi riconoscendoli come appartenenti alla famiglia europea di un partito rappresentato dal Parlamento Europeo. E tutto ciò è contenuto anche nel dossier che il Centro Studi di Camera e Senato ha pubblicato a commento della famosa normativa modificata”, afferma Alli. Insomma, non finisce qui.

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