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La Russa show alla Convention FdI: dall'antifascismo all'università

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Ignazio La Russa show alla Convention di Fratelli d'Italia in corso a Pescara. «Mi sono stufato di dover ripetere le stesse cose, l’hanno scorso fui invitato da Vespa e mi fece una domanda. Ho portato una copia del discorso, e ho fatto delle copie per i giornalisti». Il presidente del Senato Ignazio La Russa risponde così a una domanda sull’antifascismo dal palco durante la conferenza programmatica di FdI a Pescara. «Se si intende un no deciso alla dittatura e un no deciso al nostalgismo, certamente mi potete definire antifascista», dice, leggendo il testo del discorso. «L’antifascismo militante degli anni ’70 è un’altra cosa», aggiunge. «Lo devo dire tutti i giorni? - aggiunge - chi farà questa domanda leggerò questa risposta. Se si accontenteranno bene, se no si grattino». Il 25 aprile «io sono andato a rendere omaggio al milite ignoto», ricorda La Russa. E quando gli si chiede se non si possa chiudere tutti insieme la pagina dei morti degli anni ’70, sottolinea: «Io nel mio piccolo quando ho fatto discorso insediamento da presidente del Senato, in cui sono stato eletto anche da voti di un cospicuo numero di senatori della sinistra e delle opposizioni, feci riferimento proprio a questo. Parlai di Sergio Ramelli e di due giovani dei centri sociali, Fausto e Iaio, ancora in attesa che si faccia giustizia. Mettiamo finalmente una parola di pacificazione su tanti giovani che persero la vita mentre altri per calcolo politico si pascevano".

Offre il suo punto di vista a trecentossanta gradi e davvero "senza filtri", spiegando a più riprese che «se non basta, grattatevi». Ignazio La Russa chiude la sua intervista pubblica alla Conferenza programmatica di Pescara spiegando che «la verità è che c’è chi si sveglia tutte le mattine e comincia a dire "oddio, uno di FdI è presidente del Senato, e saltano la colazione. Bonelli lo so che non fa colazione pensando che l’Italia è governata da Meloni, che Sangiuliano è ministro dell Cultura, Urso del Made in Italy, Santanchè del Turismo, che Foti e Malan sono i capigruppo del partito più grosso d’Italia. E gli passa la fame...». Il presidente del Senato, incalzato da Bianca Berlinguer, riconosce che «su via Rasella parlai di una "banda militare" e non era vero, anche se numerosissimi testi sono incorsi nell’errore mi dovevo documentare meglio. Su questo ho da pentirmi, non ho invece da pentirmi - annota - per avere tenuto in casa un’eredità di mio padre, il busto di Mussolini. E che dovevo, fare cestinare un regalo di mio padre? Ora ce l’ha mia sorella, io ho Stalin, De Gasperi, un imperatore romano, l’elmetto di Mao. E perché non un regalo di mio padre...». «Quella ripresa - osserva ancora - era di 10 anni fa e l’hanno tenuta nel cassetto tutto quel tempo. Se una diventa presidente del Senato - aggiunge - mal gliene incoglie. Se vogliono farvelo fare - ironizza - scappate via. Per questo - aggiunge sempre tra il serio e il faceto - io volevo fare il ministro dello Sport».

 

 

 

«C’è all’interno delle università un piccolo focolaio che potrebbe diventare un incendio. Fermiamolo finché siamo in tempo». L'ha detto Ignazio La Russa, presidente del Senato, nell’intervista alla Conferenza programmatica di Fratelli d’Italia a Pescara. «Nessuno vieta di fare tutte le manifestazioni che vuole ma nessuno può arrogarsi il diritto di non far parlare un altro», ha affermato. Per La Russa c’è «qualche segnale di intolleranza nelle università. Non fu così negli anni ’70 ma adesso da molte forze politiche di maggioranza e opposizione viene un alt a questo modo di concepire il contrasto, soprattutto dal presidente della Repubblica. Quindi sono ottimista», ha concluso.

 

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