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Europee, Santoro denuncia Gualtieri sulla raccolta firme: “Lo scandalo di Roma”

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Scintille tra Michele Santoro e Roberto Gualtieri sulla raccolta firma in vista delle elezioni Europee che si terranno a giugno. «Ho dato incarico al mio legale, Lorenzo Borrè, di denunciare alla Procura della Repubblica il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri per non aver provveduto, nonostante ripetute bonarie richieste, agli adempimenti previsti dalla legge elettorale per agevolare la raccolta delle firme per la presentazione della lista Pace Terra Dignità. Ho parlato personalmente con l’assessore responsabile dell’Ufficio Elettorale, Andrea Catarci, che mi ha detto ’Il Comune non è obbligato a farlo’. Il Partito Democratico non ha avvertito la necessità di esprimersi nel merito della vicenda. Evidentemente si considera un diritto di rilievo costituzionale, previsto dalla legge, come una fastidiosa pratica da non evadere per ragioni non precisate. Riguardo ai voti non c’è solo lo scandalo di Bari, ma anche quello di Roma», la nota dell’ex conduttore televisivo.

 

 

A breve giro di posta, dopo l’accusa di inadempienza, è arrivata la replica, affidata all’Adnkronos, l’assessore capitolino al Personale Andrea Catarci: «La raccolta e vidimazione delle firme non è un obbligo dei Comuni. C’è una legge, l’art.14 della legge 53 del ’90 che prevede un elenco molto nutrito di soggetti che possono raccogliere le firme, tra cui sono previsti anche il sindaco e i suoi funzionari ma come possibilità e non come obbligo. Noi sulle pressioni di Santoro abbiamo chiesto conferma di questo ’non obbligò al Ministero dell’Interno, direzione centrale dei servizi elettorali, e ci hanno ribadito che non esiste obbligo normativo in tal senso e che le amministrazioni possono valutare in autonomia e in base alle loro disponibilità organizzative e logistiche se aderire o meno all’invito che viene dalle liste».

 

 

«Lo dico con dispiacere - sottolinea Catarci - ma se fossimo stati con più personale, senza problemi ai servizi digitali come abbiamo avuto in questi mesi, avremmo volentieri aiutato le piccole liste. Voglio ricordare che Roma è al minimo storico di personale: abbiamo 22mila dipendenti a fronte di 31mila di pianta organica. In questa fase abbiamo reputato di non stare nelle condizioni per aggiungere un ulteriore impegno in un momento già delicato e rispondere positivamente a questo invito. In assoluto però ci è dispiaciuto perché sarebbe giusto fare una cosa in più. Tutto questo l’ho spiegato direttamente a Santoro ma lui – la punzecchiatura finale - è andato avanti, forse cerca un po’ di visibilità o ritiene davvero che ci sia un obbligo».

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