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Puglia, il ritorno di Nichi Vendola: i fan lo lanciano sindaco, ma il caso Ilva lo congela

Mira Brunello
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È stato l’antesignano di un filone densissimo a metà tra politica e genere letterario, grazie a lui sono esplosi comici cabarettisti del calibro di Checco Zalone, Maurizio Crozza ed Antonio Albanese, ha rinverdito una tradizione millenaria del Paese portandola a nuova vita, la supercazzola, altro che Ugo Tognazzi. Alcune sue affermazioni sono entrate di diritto nell’immaginario collettivo: «Serve coniugare virilità e tenerezza per spezzare il rapporto gerarchico tra piazza e potere», «ho rotto molte amicizie con chi accendeva le miccette in bocca alle lucertole», perle di saggezza che gli venivano all’improvviso, durante un comizio o nel corso di un’intervista, così naturalmente, senza ricorrere ad alcuna alterazione. Poi sì, certo, è stato deputato per 5 legislature, presidente di Regione per 10 anni, ha sperimentato tutte le possibili sinistre del pianeta, ha fondato un partito, Sinistra, Ecologia e Libertà. bazzecole. Uno così oggettivamente non poteva eclissarsi tanto facilmente, anche perché con la sua "creatività" di fatto ha generato un altro fenomeno, altrettanto fumoso ed incomprensibile, quello di Elly Schlein, una imitatrice ma di rango minore. Afflitta da un vendolismo ancora acerbo, la segretaria del Pd, per dire, accusò il governo di «esternalizzazioni», niente in confronto alle iperboli del Maestro, che arrivò nei suoi tempi migliori ad ispirare una rubrica quotidiana del Foglio, «Nichi ma che stai a di». Insomma, dopo quasi un decennio di meditazioni solitarie o quasi, il leader delle sinistre di ogni luogo, doveva riaffacciarsi.

 

 

L’ottimismo ha cominciato a diffondersi, quando l’ex presidente della Regione Puglia accetta la presidenza di Sinistra italiana, a novembre dello scorso anno. E già subito una "chicca" regalata ai famelici lettori di Repubblica che lo aspettavano impazienti, «non abbandoniamoci alla depressione, al rimpianto ed alla nostalgia, rimettiamoci in cammino», una massima diventata subito virale tra fidanzati abbandonati da donne particolarmente crudeli e grigi cuori solitari. Dopo qualche mese di rodaggio, ora la discesa in campo vera e propria: esploratore nella sua Bari, Nichi ha trovato il ricercatissimo candidato per imporre la pace alle due teste calde della compagnia, Elly e Giuseppi. Sarà Nicola Colaianni probabilmente a sfidare il candidato della destra Fabio Romito. È pur vero che vanno ancora convinti per benino Vito Leccese e Michele Laforgia, i candidati precedenti del reality show organizzato dal campo largo per la successione ad Antonio Decaro, ma oggi potrebbe esserci il definitivo via libera all’ex pm. E se succede, sia chiaro, è tutto merito di Nichi, peraltro vecchio amico dell’aspirante erede che risiede al Nazareno, la pallida Elly.

 

 

Il presidente "poeta" è di nuovo protagonista in Puglia e di nuovo sui palchi di mezza Italia compresa la defatigante due giorni in Basilicata per sostenere il candidato della sinistra alle prossime elezioni regionali Piero Marrese. Sferzante il suo contributo: «Non bisogna evocare la Sinistra come una categoria dello spirito», caterve di lucani sono ancora a domandarsi che cosa volesse spiegargli veramente il leader nato a Terlizzi, questo vuol dire lasciare il segno. In Basilicata, tra l’altro, è accorso anche il capo dei senatori del Pd, quel Francesco Boccia che poi è corso subito in Puglia per vedere Michele Emiliano e cercare di trovare una soluzione al rimpasto della giunta regionale con l’assessore alla Legalità da piazzare (in pole l’ex prefetto di Bari Antonella Bellomo). Uno degli assessori da cambiare potrebbe essere proprio la vendoliana Antonella Maraschio, ma anche qui Vendola vuole prima dire la sua. Non ha la brama di concorrere a qualche riconoscimento ufficiale, «una nuova intrapresa» almeno fino a quando non finirà il supplizio dell’Ilva (l’appello comincia a breve), il processo in cui è stato condannato in primo grado insieme ai Riva. Che poi è anche il motivo per cui l’esploratore ha detto no, a chi lo sognava candidato in prima persona a Bari. Una gioia che Nichi non ha potuto regalare al suo pubblico, che si dovrà accontentare di Colaianni. Che per dirla con parole sue: «Il nostro destino non può essere una vita di pena, ma una vita piena».

 

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