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Il generale Roberto Vannacci contro l'auto elettrica: "A chi conviene"

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«Perché una persona che molto probabilmente prende un sacco di voti non dovrebbe essere in lista? Non voglio legare la questione al ministro Salvini. Ci sono state interlocuzioni con vari politici. Non ho deciso, devo ancora portare a maturazione le mie valutazioni». Così il generale Roberto Vannacci in una intervista a La Stampa sostenendo di stare valutando «se ho i requisiti da un punto di vista professionale, non ci si può improvvisare. E poi, se avrò una reale capacità di influire, non andar lì per schiacciare un bottone. In ogni caso, è una scelta da fare insieme alla famiglia».

E sulle polemiche nel Carroccio commenta: «Sono beghe del partito, discussioni lecite. Se dovesse succedere di candidarmi con la Lega e non venissi eletto avrebbero ragione loro, in caso contrario sarebbe una scelta dei cittadini. Ci sono le preferenze, no?». A Strasburgo, spiega, «vorrei essere protagonista, non fare la comparsa. Non mi piace fare lotte ideologiche, sono una persona pragmatica», «sono assolutamente contrario all’ambientalismo ideologico, a tutte le regole prese sull’onda dell’Armageddon globale che si sono inventati. Come l’idea di sostituire tutte le macchine con l’elettrico entro il 2035», «mio nipote ha la Tesla e ogni volta che deve venirmi a trovare da Milano a Viareggio è una maledizione: deve fare i conti per la ricarica. Le auto elettriche costano di più. Vanno bene in città, convengono ai ricchi. Se ho un loft a Milano coi pannelli solari e sono miliardario, oppure ho un’impresa in Brianza. Non sono auto per i poveracci, i morti di fame, gli operai, gli infermieri».

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