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Europee, tira e molla sul seggio per Salis, Pd in rivolta poi il dietrofront

Mira Brunello
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Non è in campo la candidatura di Ilaria Salis, nel tardo pomeriggio Elly Schlein sgombra il tavolo sulla candidatura della docente monzese, detenuta a Budapest. Gli approfondimenti richiesti dal Nazareno hanno dato esito negativo, anche in caso di elezione, la Salis rischierebbe di rimanere reclusa. Nelle ore precedenti la segretaria del Pd aveva incontrato proprio Roberto Salis, il padre di Ilaria, per discutere i pro e i contro di una candidatura, tanto che si era paventata l’ipotesi di candidarla come capolista nella circoscrizione Isole.

Poi, però, la frenata in tv da Vespa: «Questa ipotesi in questo momento non è in campo, soprattutto ho letto elucubrazioni su trattative, non c’è nessuna trattativa. Ho voluto incontrare il padre di Ilaria Salis per discutere con lui su come possiamo essere utili a togliere una cittadina italiana a cui sono lesi gravemente diritti e dignità dalla situazione inaccettabile in cui si trova». Per il resto, basta ciance, deciderà tutto lei, una donna sola al comando, che in altri tempi, sai quanti editoriali di Zagrebelsky. O almeno così dice il capo dei dem toscani, quell’Emiliano Fossi passato in qualche modo alla storia locale per aver perso una fortezza rossa inespugnabile nella regione, Campi Bisenzio, paesone tra Prato e Firenze.

Il capataz rosso annuncia la lista dem alle europee dell’8-9 giugno, nella Circoscrizione Centro, o almeno quella che a lui risulta, che è pur sempre uno della generazione Elly, non coinquilino come Chiara Gribaudo, ma almeno dirimpettaio. La segretaria capolista perché è nella circoscrizione dell’Italia Centrale che sarà più intensa la sfida con Giorgia Meloni, secondo uno dei candidati più contestati del Pd, ovvero il "grigio" Marco Tarquinio, secondo il copyright di Giuliano Ferrara, terza l’eurodeputata uscente Camilla Laureti (ma anche l’unica che ai gazebo scelse Elly), quarto l’eterno Nicola Zingaretti, e quinta la rediviva Alessia Morani. Nel codice fossiano (più ricercato di quello di Leonardo da Vinci), il "piccolo imperatore" di Firenze, Dario Nardella (oggi alla Camera la presentazione del suo libro, dopo il niet della Luiss) risulterebbe solo sesto. Un declassamento che interesserebbe poco al primo cittadino, visto che il pie’veloce si è già "apparecchiato" con Dario Franceschini. Assicurandosi così il pieno delle preferenze almeno in Lazio. Settima un’altra eurodeputata uscente, Beatrice Covassi, mentre all’ottavo posto guerra tra due contendenti, il sindaco di Pesaro Matteo Ricci e il pisano Antonio Mazzeo.

La schedina di Fossi inevitabilmente agita ancora di più le acque nel Pd, perché configurerebbe una squadra di eletti quasi interamente maschile nella circoscrizione di Centro (tranne Elly, i più favoriti per i 3/4 seggi che potrebbero scattare sono Zingaretti, Nardella, Tarquinio e Ricci). Elly però va dritta per la sua strada, noncurante delle proteste interne, come continua a consigliarla l’esperto di casa, il presidente dei senatori dem Francesco Boccia. O meglio a candidarsi a qualunque costo, perché poi non è solo la sfida "impari" con la presidente del Consiglio, ma soprattutto il muso duro contro tutti quelli che per un verso o per l’altro, non riconoscono la sua leadership. E sono tanti. Da questo punto di vista, le Europee per il Nazareno rischiano di essere una sorta di ritorno ai gazebo, per sondare i pesi effettivi delle correnti, a suon di preferenze.

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