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Ursula von... Melonen. Le giravolte di Lady Ue e la sinistra rosica

Gaetano Mineo
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Giorgia Meloni è sempre più protagonista in Europa. Un’autorevolezza che la premier s’è guadagnata sul campo, tessendo una tela sin dal primo giorno del suo insediamento e grazie alla quale, gode la stima di vari leader internazionali. A partire dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, con cui oggi la premier sarà in missione in Egitto assieme al presidente di turno del Consiglio Ue e primo ministro belga, Alexander De Croo; il primo ministro greco, Kyriakos Mitsotakis; il cancelliere austriaco, Karl Nehammer, il primo ministro cipriota, Nikos Christodoulidis. Una missione, due obiettivi. Il primo è a carattere europeo, un memorandum sulla falsa riga di quello avviato con la Tunisia. In pratica, un accordo che mira non solo a rafforzare legami politici ed economici, ma anche a gestire le sfide regionali, inclusa la questione dei migranti irregolari. A Il Cairo, Meloni poi si troverà faccia a faccia con il presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sisi, per un bilaterale Italia-Egitto, nel corso del quale saranno conclusi diversi accordi che riguardano i sei pilastri del Piano Mattei: istruzione/formazione, sanità, acqua e igiene, agricoltura, energia e infrastrutture. A proposito di energia, è opportuno ricordare che l’Egitto è un interlocutore di primaria importanza a seguito delle scoperte di gas dell’Eni, in quanto è divenuto Paese esportatore, aumentando così le forniture di gas al nostro Paese.

 

 

Insomma, l’Italia è sempre più protagonista sullo scacchiere internazionale. E, in particolare, in Europa, dove proprio grazie al governo Meloni, tante questioni sono state “rimodellate” a uso e consumo degli italiani. Da qui, la conversione meloniana della von der Leyen. Basta pensare allo stop alla ratifica del Mes; ai rilievi sul Patto di Stabilità; all’annosa questione migranti che ora è anche sul tavolo di Bruxelles e non solo su quello di Palazzo Chigi; il dietrofront della stessa presidente della Commissione europea sul diktat del 2035 contro le auto elettriche; la recente marcia indietro sempre della von der Leyen sui pesticidi; per non parlare dell’ultima bandierina piazzata giorni fa dall’Italia per il regolamento europeo degli imballaggi. Uno scenario che alimenta sempre più l’isteria della sinistra. Un’opposizione che in un’azione di governo vede sempre il male Meloni e non il bene Paese. Quindi, fiato alle trombe.

 

 

«L'Italia e l'Europa – afferma Riccardo Magi, segretario di +Europa - non possono in nessun modo appaltare la gestione dei flussi migratori ai regimi del nord Africa. Quello che serve è una missione europea di monitoraggio e soccorso nel Mediterraneo». Sui migranti, per Elly Schlein, addirittura è «gravissimo che Ursula Von Der Leyen voli in Egitto insieme a Giorgia Meloni per promettere risorse al regime di Al-Sisi in cambio di controllare e fermare le partenze». Stessa musica suona Laura Boldrini, deputata Pd: «Quello che non è più rimandabile è una missione europea di monitoraggio e soccorso in mare che, però, né governo né l’Ue sembrano interessati a fare». Poi c’è il verde Angelo Bonelli, secondo cui, «Meloni sta facendo tanti viaggi e, mentre viaggia per fermare gli sbarchi, i migranti muoiono nel Mediterraneo, che si trasforma sempre di più in un cimitero». Attacca pure il Piano Mattei, il deputato di Avs: «Un piano predatorio, perché va a prendere il gas in Mozambico lasciando la povertà nel continente africano». È il turno di Nicola Fratoianni. «Il viaggio della presidente del consiglio Meloni in Egitto? Non sono fiducioso per niente – afferma il deputato di Alleanza Verdi Sinistra - sul fronte migranti questo governo continua e continuerà con politiche sbagliate solamente di carattere emergenziale, con accordi con dittatori, con il sequestro delle navi delle Ong mentre le persone continuano a morire nel Mediterraneo». Nel coro, c’è anche Andrea Ricciardi, ex ministro e fondatore della Comunità di Sant’Egidio: «Sui profughi Meloni sbaglia strada, no agli accordi con Egitto e Tunisia». Ma promuove il Piano Mattei: «Può funzionare».

 

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