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Dossier, l'inchiesta parlamentare ora fa paura anche al Pd

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Dario Martini
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L’operazione di dossieraggio portata avanti per anni alla Direzione nazionale antimafia aveva proporzioni «mostruose», per usare le parole di Raffaele Cantone, il procuratore capo di Perugia che ha scoperchiato il vaso di Pandora. Eppure, il Partito democratico non vuole che sia istituita una commissione parlamentare d’inchiesta. Per quale motivo si oppone? Difficile spiegarlo agli italiani. Ci prova Chiara Braga, capogruppo del partito alla Camera: «Con la proposta di una commissione d’inchiesta, il governo supera prerogative parlamentari e mette in discussione il lavoro della commissione Antimafia. Insomma più passano i giorni più l’insistenza della maggioranza, fa pensare a un tentativo di distrarre l’opinione pubblica dai problemi reale del paese che il governo non riesce ad affrontare». Insomma, secondo la linea di Schlein & Co, un’indagine del Parlamento sarebbe addirittura controproducente. Il Braga-pensiero non si esaurisce qui: «Assistiamo da giorni al tentativo della destra di fomentare un clima di allarme e vittimismo. Siamo stati tra i primi a denunciare i pericoli e a voler chiedere di fare chiarezza sulla ricerca di informazioni riservate che coinvolge politici e cittadini, ma il complottismo non aiuta a comprendere l’accaduto. Si vuole usare una vicenda davvero preoccupante per indebolire istituzioni fondamentali come la Procura nazionale antimafia e comprimere la libertà di stampa». Il fatto che gli onorevoli del Pd non siano stati dossierati non sfiora mai la mente della capogruppo Dem.

In questo modo il Pd tende una mano al Movimento 5 Stelle, che sin dall’inizio ha cercato di difendere la posizione del senatore grillino Federico Cafiero De Raho, l’ex procuratore nazionale antimafia sotto la cui gestione, secondo l’accusa della procura di Perugia, venivano dossierati politici e non solo. Occorre ricordare che De Raho non è in alcun modo coinvolto ed ignorava gli accessi illegali alle banche dati. Intanto, sul fronte del centrodestra, va sottolineata la posizione di Forza Italia, che non respinge l’ipotesi di una commissione parlamentare ma invita a non farci troppo affidamento. Secondo il capogruppo alla Camera Paolo Barelli, «la commissione antimafia e la magistratura stanno mettendo in luce le irregolarità drammatiche di dossieraggio che emergono dell’inchiesta». Quanto ad una commissione parlamentare, «la sua attivazione ha tempi sicuramente lunghi e se ne potrà valutare la necessità».

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