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Regionali Abruzzo, Renzi gioca da sé: così prepara lo scherzetto al Pd

Christian Campigli 
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Ripartire da dove tutto è nato, dalla propria casa, dalle relazioni più consolidate. È la mossa di Matteo Renzi, proprio in contemporanea con il voto in Abruzzo, dove il campo larghissimo di Pd e M5S rischia di andare in frantumi. Il leader di Italia Viva guarda già avanti e riparte dalla Leopolda, giunta alla dodicesima edizione, intitolata in modo tanto poetico quanto suggestivo: "Riaccendere le stelle". La sfida, in questo 2024, appare indubbiamente complessa. E passa, inevitabilmente, da una corsa solitaria verso una chimera denominata 4%, che consentirebbe a Iv di entrare nel Parlamento europeo. Un traguardo tutt’altro che semplice, in grado però di rilanciare uno schema di alleanze alternativo, diverso dall’imbastitura attuale.

 

Non è un mistero che i progressisti stiano cercando, in ogni modo, di istituzionalizzare il campo larghissimo. Un fritto misto gommoso, nel quale (almeno in Abruzzo) è presente obtorto collo anche lo stesso Renzi. Che, lo sanno anche i bambini, non lega affatto né con Giuseppe Conte né, tantomeno, con Carlo Calenda. "Gli Stati Uniti d'Europa", la lista proposta da Emma Bonino la scorsa settimana per riunire i partiti che appartengono a Renew Europe, resterà un’ipotesi sulla carta.

«Il lavoro per la lista di scopo gli Stati Uniti d’Europa va avanti a condizione che vi siano almeno tutti i soggetti dell’area liberaldemocratica Alde-Pde-Renew – hanno sottolineato, in una nota congiunta, Emma Bonino e Riccardo Magi - Se dovessero invece confermarsi preclusioni o veti per noi politicamente incomprensibili e che ci rendono impraticabile la via di unirci gli uni contro gli altri, ci organizzeremo autonomamente».

Una doccia fredda, che stimola il nativo di Rignano a cercare una magia, un colpo di teatro, proprio partendo dalla sua Leopolda. Una kermesse, iniziata ieri sera, alla quale parteciperanno (anche se in collegamento) il ministro della Giustizia, Carlo Nordio e il costituzionalista Sabino Cassese. Al centro di un panel tra i più attesi, il dibattito su democrazia e giustizia, un tema quanto mai attuale, visto lo scandalo delle intercettazioni. Renzi ha sempre guardato con interesse alle posizioni del centrodestra in tema di giustizia. E la stima verso l’ex magistrato veneto (autore, per altro, della prefazione al suo libro, Il mostro) non è certo un mistero.

 

Alla Leopolda, oltre al padre di Ilaria Salis, Lucia Annibali e Rita Bernardini, ci sarà Stefania Saccardi. La candidata alla poltrona di sindaco di Firenze per Italia Viva. Una sfida che potrebbe trasformarsi, per il Pd, in una sorta di psicodramma politico. Sara Funaro, designata come successore di Dario Nardella (senza passare però dalle primarie) rischia di doversi scontrare, in un più che probabile ballottaggio, con Eike Schmidt (che verrà ufficializzato dal centrodestra, secondo i ben informati, il prossimo 13 marzo, quando il premier Giorgia Meloni si recherà nel capoluogo toscano per firmare il protocollo per l’utilizzo dei 683 milioni del fondo sviluppo e coesione). Una contesa che potrebbe far cadere l’ultimo dei fortini rossi e nella quale i voti di Italia Viva saranno decisivi. «Se Elly Schlein perde Firenze, il giorno dopo perde il Nazareno». Chissà non sia proprio l’uomo della Leopolda a far inciampare (in modo definitivo) la donna dai tre passaporti.

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