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Dossieraggio, Nordio parte dalla Costituzione: "Dati sensibili? Controlli rigorosi"

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Il caso del presunto dossieraggio ha iniziato ad accendere lo scontro politico. L'inchiesta della Procura di Perugia sul monitoraggio abusivo di archivi informatici riservati di centinaia di soggetti, tra cui diversi esponenti politici, personaggi dello spettacolo e dello sport, si sta allargando a macchia d'olio e sta facendo discutere parecchio. Regista dell'operazione di spionaggio sarebbe un luogotenente della Guardia di Finanza, Pasquale Striano. Il militare, in servizio alla Procura Nazionale Antimafia, è accusato di accessi abusivi alle banche dati tributarie, antiriciclaggio e dell'antimafia con lo scopo di reperire informazioni. Nei prossimi giorni verranno sentiti a Palazzo San Macuto i due magistrati che più possono chiarire quanto accaduto. Si tratta del procuratore della Repubblica di Perugia, Raffaele Cantone, e del capo della Procura nazionale, Giovanni Melillo. Sulla vicenda si è espresso il ministro della Giustizia Carlo Nordio, che ha concesso un'intervista a "Il Foglio".

 

 

"Essendoci un’inchiesta in corso ogni commento da parte mia sarebbe improprio. In linea generale posso dire che l’acquisizione di dati sensibili dovrebbe essere sottoposta a controlli rigorosissimi", ha premesso il Guardasigilli. Commentando l’inchiesta a Perugia di presunto "dossieraggio", Nordio ha continuato: "Come liberale io antepongo la dignità e la privacy del cittadino a ogni altro valore, salvo i casi di necessità di tutela della sicurezza dello Stato. Purtroppo in Italia non abbiamo questa sensibilità: teniamo ancora in vigore il codice Rocco, di matrice fascista, ispirato a quello Stato etico hegeliano che può interferire in modo eccessivo nella vita dei cittadini. Come appunto accade nel dossieraggio e, ovviamente, anche nelle intercettazioni". Il ministro della Giustizia ha provato a cercare una risposta nella Costituzione e ha ricordato: "L’articolo 15 della Costituzione definisce inviolabile la segretezza delle comunicazioni. La segretezza è infatti l’attributo della libertà, come il voto. La loro captazione da parte della magistratura dev’essere l’eccezione, mentre sta diventando la regola. In Italia le intercettazioni sono dieci volte più numerose della media delle democrazie occidentali. Rimedieremo", ha concluso. 

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