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Pd in "fumo", Schlein rilancia la cannabis legale per unire le opposizioni

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La sicurezza sul lavoro, la disoccupazione giovanile, le infrastrutture obsolete nel Meridione? Temi vecchi, superati. Che, soprattutto, non portano consensi. Dopo mesi di sondaggi negativi, oscillanti tra un depressivo 18% e un 20% che assomiglia ad un brodino riscaldato, ieri Elly Schlein ha avuto l’idea della svolta, quella che riporterà (almeno secondo le discutibili valutazioni della donna dai tre passaporti) il Partito Democratico ben oltre il venticinque per cento. «Battiamoci per la legalizzazione della cannabis, approvata anche in Germania, sono battaglie importanti». Sono state esattamente queste le parole della nativa di Lugano, intervenuta all’evento "Per gli Stati Uniti d’Europa". Il leader dem ha poi aggiunto che anche il matrimonio egualitario rappresenta una priorità per l'universo progressista. L’idea della liberalizzazione delle droghe leggere non è certo di primissimo pelo, ma ha trovato terreno fertile dopo l’approvazione del Bundestag.

 

Dal primo aprile in Germania tutti i maggiorenni potranno uscire, ogni giorno, con 25 grammi di marijuana o hashish in tasca e detenerne, nella propria abitazione, fino a 50 grammi. Una norma approvata con il voto favorevole di 407 deputati della maggioranza composta da socialdemocratici, liberali e verdi. Una scelta, secondo l’opposizione formata da Cdu e Csu, figlia del complicato momento economico di recessione, che il governo deve gestire. Una legge, quella della legalizzazione, fortemente voluta a Berlino e dintorni anche per riacquistare consensi, in particolar modo nelle fasce elettorali più giovani e distogliere l’attenzione dalla grave crisi che l’ex locomotiva d’Europa sta vivendo. Una strategia che, in molti tra i democratici statunitensi, stanno suggerendo al presidente Joe Biden. Legalizzare a livello federale la cannabis consentirebbe, secondo gli spin doctors progressisti, di recuperare migliaia di voti contro Donald Trump. In particolar modo tra gli afroamericani. La sensazione che Elly Schlein voglia cavalcare questa onda lunga, per un mero calcolo opportunistico, è tutt’altro che lontana dalla realtà.

 

Il Nazareno sa di non essere l’unico partito, a sinistra, ad avere una simile valutazione sul futuro del Paese e dei nostri giovani. «Questa sera (venerdì scorso, ndr) abbiamo proiettato una foglia di marijuana sulla facciata di Palazzo Montecitorio: dopo che oggi la Germania ha la legalizzato la cannabis, in Italia si sceglie di favorire la mafia invece che la legalità e la sicurezza – ha scritto sulla propria pagina Facebook il segretario di +Europa, Riccardo Magi -La Germania dimostra che legalizzare la cannabis è possibile. Facciamolo: basta votare le nostre proposte di legge già depositate che vanno proprio nella direzione indicata da Berlino, e c’è la possibilità di firmare per la proposta di legge di iniziativa popolare Io Coltivo». Nel 2019 anche il M5S aveva presentato una sua proposta di legge per la liberalizzazione, a firma del senatore Matteo Mantero. Grande soddisfazione, quella espressa da Beppe Grillo per la scelta di Berlino.

«Il parlamento tedesco ha approvato la legalizzazione della cannabis e la sua coltivazione ad uso ricreativo. E noi stiamo a guardare». Tra i più critici verso qualsiasi tipo di apertura c’è, da sempre, il segretario della Lega, Matteo Salvini. Che, appena due giorni fa, durante il comizio per le elezioni sarde, si è scagliato duramente contro le sostanze stupefacenti. «Per qualcuno a sinistra ci sono droghe lecite, che si possono legalizzare, per me ogni droga è merda e non ci sono droghe che fanno bene né droghe simpatiche». Una posizione del tutto analoga a quella del premier Giorgia Meloni, chelo scorso giugno ha ribadito la sua ferma contrarietà a legalizzare la cannabis. «Una politica che non riesce a dare risposte ai giovani, a offrire opportunità e che in cambio dice vabbè, però fumati una canna non sarà mai la mia politica».

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