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Pisa, studenti forzano il blocco. Sinistra contro la polizia

Christian Campigli
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«Siete paurosi, incerti, disperati, ma sapete anche come essere prepotenti, ricattatori e sicuri. Quando avete fatto a botte coi poliziotti, io simpatizzavo coi poliziotti». Sono passati cinquantasei anni da quando Pier Paolo Pasolini scrisse un dei suoi affreschi più indimenticabili, dopo gli scontri di Valle Giulia. Quelle parole perse nel tempo andrebbero fatte rileggere alla sinistra di oggi. Che, per partito preso, difende aprioristicamente chi inneggia alla Palestina e ad Hamas, rinnega la vicinanza del nostro Paese agli Stati Uniti e a Israele e, soprattutto, punta costantemente il dito contro gli uomini in divisa. Colpevoli solamente di aver svolto il proprio lavoro. A Firenze un corteo, formato da sindacati di base, studenti e comunità palestinese si è scontrato con agenti di polizia, dopo che questi ultimi avevano intimato al serpentone di fermarsi alcune decine di metri prima del consolato americano. Era lì presente uno sbarramento delle forze dell’ordine e quando i manifestanti hanno provato a forzare il blocco stesso sono partite alcune cariche di alleggerimento. Un episodio del tutto analogo è occorso anche a circa cento chilometri dal capoluogo toscano, a Pisa. I poliziotti, schierati a protezione di uno degli accessi a piazza dei Cavalieri, hanno caricatogli studenti che stavano cercando di oltrepassare lo sbarramento. Dodici, alcuni minorenni, i contusi. Cortei che, secondo le nostre fonti, non sarebbero stati precedentemente autorizzati.

 

 

«Deve cessare ogni complicità del nostro governo e delle istituzioni formative con il genocidio in atto in Palestina-ha raccontato una studentessa pisana L’Università deve bloccare ogni accordo con Israele e con le aziende israeliane che producono le armi che vengono usate in Palestina». Come da prassi, quasi fossimo tornati con una macchina del tempo agli anni di piombo, agli scontri quotidiani e agli slogan contro i «celerini», la sinistra ha preso le difese dei poveri ed innocenti adolescenti. «Basta manganellate sugli studenti. Le immagini di Pisa sono inaccettabili: studenti e studentesse intrappolati in un vicolo e caricati a manganellate dalla polizia. Presenteremo subito un’interrogazione parlamentare al ministro Piantedosi, affinché chiarisca - ha scritto Elly Schlein su Instagram - C’è un clima di repressione che abbiamo già contestato mercoledì scorso al ministro in Parlamento. Difendiamo la libertà di manifestare pacificamente». Non va poi dimenticato che, appena tre settimane fa, un ventenne di origine palestinese, lanciò una bomba molotov contro il consolato statunitense di Firenze. Un episodio che ha inevitabilmente aumentato l'attenzione della polizia su un obiettivo tanto sensibile. «Presenteremo un’interrogazione urgente, l’ennesima, a Piantedosi – ha affermato il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni - Devono finirla, questa roba è inaccettabile».

 

 

Laura Boldrini si è spinta oltre:® «È l’ennesima carica contro giovani che manifestano pacificamente ed è inaccettabile che in Italia non si possa scendere in piazza e si tenti di reprimere il dissenso colpendo ragazze e ragazzi che esercitano un diritto costituzionale». Ferma condanna anche dal leader grillino Giuseppe Conte: «Ancora una volta manganellate contro chi protesta per il massacro in corso a Gaza. Sono immagini preoccupanti, non degne del nostro Paese». Mentre Giovanni Donzelli, responsabile organizzativo di FdI, commenta: «Manifestare è un diritto che deve essere garantito, ma nel rispetto delle regole. Tentare di marciare sulla sinagoga di Pisa o tentare di assaltare il consolato Usa a Firenze non sono diritti, ma gesti violenti. Preoccupato che il Pd difenda quelle manifestazioni». E il Viminale fa sapere che dal 7 ottobre sono 1.023 le manifestazioni per il Medio Oriente di cui 33 hano registrato momenti di criticità. 26 appartenenti alle forze dell’ordine sono rimasti feriti, 157 i denunciati. Mentre in serata in 5mila a Pisa si sono trovati nella piazza «vietata» per manifestare per la Palestina.

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