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“Palla al centro”, nel libro di Renzi i conflitti d'interesse di Conte

Matteo Renzi - *Pubblicato per Piemme da Mondadori Libri S.p.A. ©® 2024 Mondadori Libri S.p.A., Milano.
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Pubblichiamo in esclusiva un estratto dell’ultimo libro di Matteo Renzi, "Palla al centro" (*) che il leader di Italia Viva presenterà domani a Roma alle ore 18,30 all’Auditorium Parco della Musica.

Conte ha proposto una legge sulle incompatibilità – che lui chiama «legge sul conflitto di interesse» dimostrando di avere poca dimestichezza con questo tema, pur avendo interessanti esperienze in materia – che prevederebbe la mia impossibilità di partecipare ad alcuni board o alcuni eventi. Credo che molto nasca dai sondaggi e qualcosa anche dalla legittima amarezza per il fatto che in questi consessi invitano me e non lui. Perché è facile dire: «Io a queste cose non vado». Per forza: se non ti chiama nessuno non è che ti puoi imbucare. Ma io ci sto, mi va bene anche votare la legge che propone Conte, una legge che restringa l’ambito d’azione del parlamentare. Parliamone, sono pronto a votare a favore. Mi piacerebbe anche – nel frattempo – che si chiarissero le incompatibilità degli avvocati d’affari, come Conte è stato a lungo. I possedimenti delle famiglie: se una compagna o una moglie ha una famiglia che possiede alberghi o banche o ricchezze finanziarie è giusto che il parlamento sia edotto, no? Se hai fatto operazioni legali di rilevante importo con alcuni clienti, anche comprensibilmente molto chiacchierati, è opportuno che tu mostri l’elenco delle tue attività a un soggetto terzo o all’ufficio di presidenza della Camera o del Senato. Sono laico, davvero. Conte vuole ancora più limiti per i parlamentari? Ci sto. Rilancio. Gli levo la sete col prosciutto, come siamo soliti dire a Firenze. E continuo a incalzarlo sui troppi dubbi che girano ancora sulla vicenda Covid.

 

 

Chi chiamò i soldati russi in Italia? Chi organizzò l’incontro tra un alto dirigente dei servizi segreti e un intermediario – mascherine? Ventilatori? Altro materiale su cui era prevista una ricca provvigione? – nell’ufficio legale che era stato casualmente l’ufficio di Conte in presenza di quello che era stato un suo stretto collaboratore? Fateci caso. I Cinque Stelle vogliono sempre trasparenza dal Palazzo tranne quando quella richiesta coinvolge loro. La commissione di inchiesta sul Covid è stata avversata in modo incredibile. E naturalmente la presidenza, che avrebbe avuto senso dare a un partito dell’opposizione – e quindi a noi che siamo stati i primi a chiedere la commissione – la daranno a tutti, ma non a noi. Eppure molti sarebbero i quesiti a cui dare risposta.

 

 

Durante il Covid la politica ha compiuto le scelte corrette o qualcuno ha fatto il furbo? Su questi temi da mesi Italia Viva chiede che si faccia una commissione parlamentare di inchiesta. Anziché aggredire gli avversari Giuseppe Conte spieghi perché ha chiamato Vladimir Putin facendo entrare in Italia i militari russi o se qualcuno dei suoi colleghi ha lucrato business sulle mascherine e sui ventilatori o sui banchi a rotelle. Perché su questo tema i grillini hanno paura della trasparenza e della verità?

 

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