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Ilaria Salis, il caso strumentalizzato dalla sinistra per attaccare Meloni

Pietro De Leo
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Non c’è niente da fare. Per una sinistra abituata al moralismo come unico strumento politico, tutto diventa accusa e chiamata in correo. La questione, ora, è quella di Ilaria Salis, maestra 39 enne detenuta in Ungheria con l’accusa di aver partecipato al pestaggio di due estremisti di destra. Rischia una condanna a 24 anni, ed è piombata nel dibattito politico la sua foto in udienza, dove appare tenuta al guinzaglio da una guardia carceraria, manette ai polsi e lucchetti alle caviglie. Un’immagine che, ovviamente, ha subito fatto scattare un’iniziativa italiana. L’ambasciatore ungherese è stato convocato dal Segretario Generale della Farnesina. «Nessuno ci ha mai detto dei problemi nelle udienze», ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, aggiungendo che non appena ha visto quelle immagini «abbiamo fatto subito una dichiarazione, è stato convocato l’ambasciatore ed è stato richiesto un incontro al ministro della Giustizia con il nostro ambasciatore là».

 

 

L’altra sera, intervenendo a XXI Secolo, il Guardasigilli Carlo Nordio aveva affermato: «Abbiamo incontrato il padre, naturalmente la magistratura ungherese è sovrana. Ci si può attivare, così come ci stiamo attivando, attraverso i canali diplomatici, facendo tutto il possibile per attenuare le condizioni rigorose in cui è detenuta» la donna. Dunque, l’Italia si è mossa tempestivamente. Che sia l’occasione per una coesione del quadro politico? Neanche per sogno. Perché ovviamente, da sinistra, il pretesto è adatto a portare anche il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni sul metaforico banco degli imputati, con tanto di manette, allestendo un bel processo morale. La colpa? La vicinanza politica con il presidente ungherese Viktor Orban.

 

 

«Abbiamo una nostra connazionale, Ilaria Salis, in catene in Ungheria, e i nostri patrioti non si sono dimostrati solerti nei confronti della nostra connazionale. Ci dicono che la presidente Meloni è informata ma non parla», dice il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte. Dal Pd, la segretaria Elly Schlein attacca: «Vorremmo una parola chiara da Giorgia Meloni, che ha spesso vantato la sua amicizia con Viktor Orban» e «lo ha troppo spesso difeso». E può essere citato un ventaglio di altre dichiarazioni simili. In realtà, come spiegato dal governo, la questione è giuridica e riguarda un Paese sovrano, per quanto l’Italia stia facendo tutto quel che è nella propria funzione. E in vista del Consiglio Ue straordinario di domani Giorgia Meloni ha avuto un colloquio telefonico con Orban chiedendo «nel pieno rispetto dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura ungherese» spiega una nota di palazzo Chigi, di occuparsi del caso della nostra connazionale.

 

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