Dopo la rivoluzione palinsesti

Pier Silvio Berlusconi, se scendesse in politica...

Luigi Bisignani

Caro direttore, nel nome del Padre. Se quaggiù la possibile discesa in campo di Pier Silvio Berlusconi è ancora un tabù, l’argomento tiene invece banco in Paradiso. Qualora ciò accadesse, i giochi nel centrodestra verrebbero tutti scompaginati così come l’intero sistema televisivo, altro «trend topic» tra le anime di lassù. Quest'ultimo anche grazie alla ventata di novità portata nelle sfere celesti da Guglielmo Marconi per celebrare il suo 150° genetliaco: una super Tv installata nell’anticamera di San Pietro con l’aiuto del solito Francesco Cossiga, sempre in prima linea quando si tratta di novità tecnologiche. Inopinatamente, la prima rete captata è Rete4, proprio nel momento in cui appare Concita De Gregorio che, in passato, su Berlusconi ha scritto: «Ha fatto in quarant’anni un disastro epocale». Il Cavaliere, triste per la recente morte di Alessio Gorla, suo storico collaboratore, nel vedere Concita ha un sussulto: «Marconi, Francesco, proprio su La7 dovete sintonizzarvi? È tutta la vita che mi perseguita questa signora, per favore, potete cambiare canale?». «Ma no, Silvio, non è La7 è...».

 

  

 

Berlusconi, innervosito, insiste ed ecco che sullo schermo sbuca Andrea Scanzi che diceva: «Berlusconi ha incarnato al meglio il peggio degli italiani». «Ho chiesto di cambiare canale, vi prego». I due, di rimando: «Silvio, scusaci, ma non sappiamo proprio come dirtelo, non è La7, stai guardando la tua Rete4; ormai sono finiti tutti lì». Berlusconi, incredulo: «Scherzate? Barbara Palombelli, la più brava di tutte, uno sgarbo del genere non me lo farebbe mai». Replica Cossiga, imbarazzato: «Ti manca un passaggio: Barbara non ha più il suo talk show. Al suo posto è arrivata Bianca Berlinguer». «Allegria, allegria!» irrompe gioioso Mike Bongiorno. «Non te lo volevamo dire anche perché la Bianchina (copyright Mauro Corona) ha pure preteso che, nel suo programma, non ci fosse nessuna pubblicità tra la prima e la seconda parte». Berlusconi esplode: «Non l’avevo mai autorizzato per nessuno. E non si sarà mica portata dietro quel boscaiolo che è il contrario del mio stile di igiene?». Marconi e Cossiga, rammaricati, all’unisono: «Anche lui, anche lui...». Finalmente si cambia canale e compare la Littizzetto, quella che sfotteva sempre il Cavaliere sull’altezza e in occasione della sua candidatura al Colle disse: «Da solo ti sei candidato e da solo ti sei trombato, hai fatto tutto tu, che di quello te ne intendi».

 

 

Berlusconi stizzito: «Non vi ho chiesto Rai3!». «Silvio, stai calmo. È Canale 5, siamo da Maria De Filippi...». Berlusconi commenta avvilito: «Questa proprio non me l’aspettavo. Devo riuscire a capire cosa ne pensano Fedele e Gianni». Con garbo e delicatezza interviene Santa Chiara, patrona della televisione, che sussurra: «Solo Maurizio Gasparri si è indignato per questi novelli saraceni che tu, Silvio, hai combattuto, come feci io nel 1200». «Per Gasparri la gratitudine non è il sentimento della vigilia - interviene puntuto Giulio Andreotti - e pensa che ora nelle tue reti va come ospite perfino Gad Lerner». Il Cavaliere, sbalordito, risponde: «Quello che, dopo avermi sempre insultato, ha fatto la passerella al mio funerale». Arriva Biagio Agnes, grande Dg Rai e sempre leale competitor: «Questo è il meno. Ormai, con l’intelligenza artificiale di ChatGPT, l’identità dei canali Tv è perduta per sempre». Il fiorentino Ettore Bernabei conferma: «Come è avvenuto al NY Times, interi programmi della Rai vengono immessi in ChatGPT da chi gestisce piattaforme di società private, forse addirittura anche Infinity di Mediaset, in barba al copyright e da lì, attraverso una semplice domanda a ChatGPT, ne escono format e scalette per tutti: per Mediaset, La7 o per i ricchi appalti esterni che producono programmi che vengono poi rivenduti alla Rai; la Tv di Stato viene così derubata due volte. E il cittadino paga senza che Giampaolo Rossi, che ora siede al nostro posto e i dirigenti Rai, caro Biagio, si accorgano di nulla». A sentire parlare di tv si eccita pure Amintore Fanfani che arriva in triciclo: «I conduttori così diventano dei fantocci che recitano, come fossero avatar, quello che scrive l’AI.

 

 

Chi ci guadagna di più? Le società che vendono intelligenza artificiale. Il business televisivo, e lo dico da economista, è ormai ridotto a poca cosa. Come, del resto, la politica, che sta diventando suddita, così come la Tv rispetto alle società che producono o distribuiscono intelligenza artificiale: Deloitte e Accenture, per esempio». Interviene Cossiga: «È sempre più difficile capirti. Certo è che questa intelligenza artificiale nessuno la studia, ma tutti ne parlano; anche la premier con Musk e Gates». Replica Andreotti: «Almeno a spiegarla bene c’è quel francescano lanciato dalla trasmissione Rai "Codice", Padre Paolo Benanti. Per dieci anni ha predicato l’AI da via Teulada di notte, ora è diventato un "padre Pio digitale"; come lo Spirito Santo, ormai riesce ad essere ovunque in Tv e online: sussurra al Papa, a Palazzo Chigi e pure a Guterres alle Nazioni Unite». Cossiga, che nel frattempo contende il telecomando a Marconi: «A proposito, il colmodel pontificato di un gesuita è che stanno prendendo sempre più potere i francescani. Grazie alla Rai, Padre Enzo Fortunato, ex direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi, ha avuto un incarico perla Basilica esautorando di fatto monsignor Rino Fisichella e ha già imposto, nei sacri palazzi, Piero Damosso, giornalista del TG1 che lo aveva piazzato nella sua rubrica del mattino».

 

 

Andreotti, pragmatico come sempre, commenta: «Se non gestiscono la tempesta digitale, la rivoluzione lascerà sul campo tutta la Rai e tanti morti, cancellati da un algoritmo. Gli americani inventano, i cinesi copiano e gli europei regolamentano». Irrompe San Pietro: «Vi devo separare: da quando è arrivato Berlusconi sopporto addirittura i suoi canti in francese, ma ora basta». Il Cavaliere risponde: «Non ci divida, ho bisogno di conforto. A Marina ho sempre sconsigliato di entrare in politica, ma se ora fosse mio figlio Pier Silvio a scendere in campo, mi spiegherei perché sta ingaggiando nelle nostre trasmissioni tutti questi personaggi "sinistri" che mi hanno sempre fatto la guerra». «Silvio, aspetta e vedrai che presto nei tuoi canali arriverà anche Marco Travaglio. Un alleato utile per battere il Pd. Del resto cos’è che diceva la Littizzetto? "In Mediaset stat virtus"», chiosa il Divo. E il Caimano, sconsolato e incredulo, si allontana a pregare per i figli «piezz e core» con la zia suor Silvana.