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Europee, Carola Rackete si candida: la sua ossessione è l'antifascismo

Christian Campigli
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Il simbolo della sinistra radical chic. Quella che, dal calduccio del salotto della villetta in collina, sogna un mondo senza confini ed un'Europa piena di immigrati. Da far vivere, ovviamente, in periferia. Lo aveva fatto capire a Firenze, quando fu ospite di un'iniziativa della Manifattura Tabacchi, ieri lo ha ufficializzato: Carola Rackete, ex comandante della nave Sea Watch 3 e icona dell'universo no border, si candiderà alle prossime elezioni europee. «Sento di non avere altra scelta che impegnarmi nella politica. È il momento giusto - ha dichiarato in un'intervista concessa al quotidiano inglese The Guardian -. Vogliamo che coloro che sono a favore dei diritti umani e della giustizia climatica siano in maggioranza, o lasceremo la decisione alla destra e ai fascisti? È una domanda abbastanza semplice che dobbiamo farci». Rackete, e non da oggi, sostiene che sia un'autentica follia prevedere politiche ad hoc per sostenere le famiglie ed incentivare la natalità. La trentacinquenne, per far fronte alla scarsa natalità, è convinta al contrario che vadano resi liberi gli sbarchi dei migranti nel Vecchio Continente. Una follia alla quale però la sinistra nostrana va dietro convintamente.

 

 

L'ex capitano della Sea Watch ha deciso di raccogliere l'invito del partito tedesco Die Linke. Un movimento, è bene sottolinearlo, che sta attraversando un momento molto complicato. Sia per alcune divisioni interne, sia perché la scelta di usare Rackete come simbolo alla prossima tornata elettorale non ha convinto tutti. Sahra Wagenknecht, esponente di primo piano della formazione radicale, ha creato un nuovo partito che, secondo i sondaggi, starebbe raccogliendo i consensi di numerosi elettori teutonici. L'idea dell'ambientalista con i rasta di socializzare le grandi compagnie di petrolio, gas e carbone, per rastrellare i profitti e utilizzarli per finanziare la transizione ecologica, è apparsa, sin da subito, quantomai bislacca persino ai dirigenti di Die Linke. Che hanno litigato, anche pubblicamente, per mesi. Alla fine, il partito ha scelto di confermare la candidatura di Carola, ma come soggetto indipendente. «Quando si sono avvicinati a me era abbastanza chiaro che il partito si sarebbe diviso. Vedo questa come un'opportunità per impostarlo su un percorso nuovo e chiaro, attirare nuovi membri, abbandonare definitivamente la retorica nazionalista e trasformarlo in un solido luogo di organizzazione per la sinistra progressista. Mi piace l'immagine della fenice che risorge dalle ceneri».

 

 

L'ex capitano della nave ong Sea Watch, nell’estate del 2019, venne arrestato con l’accusa di avere speronato una motovedetta della guardia di finanza. Il 29 giugno, senza autorizzazione, forzò il blocco del porto di Lampedusa, imposto dal governo italiano, pur di far sbarcare 42 immigrati. Una scelta che poteva costare la vita ad almeno una decina di nostri militari, ma che la fece diventare l'icona di una sinistra mai così povera di leadership. Basti pensare che il filosofo Donatella Di Cesare, in un articolo pubblicato sul Zeit, la paragonò con l'Antigone di Sofocle. «Dove la difesa dei diritti umani diventa un crimine, la disobbedienza civile è la regola. Coloro che si impegnano a salvare vite umane sono colpevoli se non lo fanno. Fare il contrario non è accettabile». Rackete, lo scorso novembre, fu l'ospite d'onore di un evento patrocinato dalla Regione Toscana, «L'eredità delle donne». In quell'occasione, puntò il dito contro il governo italiano e cavalcò uno dei suoi cavalli di battaglia: l'ambientalismo. «Il partito deve puntare sulla questione climatica, che è davvero centrale nel nostro presente. Ci troviamo di fronte ad un grosso spostamento verso destra anche di un partito come i socialdemocratici. Olaf Scholz ha una linea dura, conservatrice. Chiunque ha un po' di cervello sa che non è assolutamente il caso di stringere accordi con una come Giorgia Meloni».

 

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