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Mes della discordia: alla Camera vincono i no

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Benedetto Antonelli
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Tutto inizia alle 8,30 in commissione Bilancio alla Camera. I capigruppo di maggioranza si confrontano su quello che, in realtà, è stato già deciso da Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani. Così la relatrice Ylenja Lucaselli conferma di avere con sé il parere «contrario» alla ratifica dell’accordo che modifica il Trattato che istituisce il Mes, il Meccanismo europeo di stabilità. Le opposizioni sono colte di sorpresa. Il sottosegretario all’Economia Federico Freni, sorridente con la sua cravatta verde appena ricevuta in regalo («ma il colore della Lega è blu dal 2018», ricorda), non si scompone: «Sul fronte leghista le posizioni non sono mai cambiate. La Lega va fiera della sua coerenza quindi non mi aspetto novità. Dopodiché io qui rappresento il governo e il governo sarà coerente al volere del Parlamento». È poi Lucaselli a leggere il parere: «La V commissione - recita - ha ritenuto che la proposta di legge» di ratifica dell’accordo che modifica il Mes «sia carente di meccanismi idonei a garantire il coinvolgimento del Parlamento nel procedimento per la richiesta di attivazione del Meccanismo europeo di stabilità» ed «esclude le Camere da procedure di significativo rilievo sul piano delle scelte di politica economica e finanziaria», potendo così «pregiudicare la possibilità per il Parlamento di monitorare versamenti ulteriori del capitale sottoscritto». La commissione esprime pertanto «parere contrario».

 

 

FdI e Lega sono pronte a votare a favore del parere, FI- Antonio Tajani lo ha comunicato a Giorgia Meloni e Matteo Salvini - si asterrà, sia in commissione che in Aula. «È un’astensione coerente con la nostra storia», si affretta a spiegare Roberto Pella, capogruppo azzurro in Bilancio. Il voto va secondo copione: la Camera boccia la ratifica dell’accordo di modifica del Mes con 184 voti contrari, 72 favorevoli e 44 astenuti. Votano contro FdI, Lega e M5S, a favore Pd, Azione, Italia viva e +Europa, mentre si astengono Forza Italia e Noi moderati. Quindi, le opposizioni alla fine si sono divise. Con i 5 Stelle che confermano la linea annunciata da Giuseppe Conte nei giorni scorsi. Occorre ricordare che fu proprio Conte, quando era presidente del Consiglio, ad impegnare il governo di allora alla ratifica del Mes. «Termina qui una battaglia ultradecennale», esulta il leghista Bagnai. «Si può sempre presentare un’altra proposta di ratifica, con alcune, sostanziali, modifiche, ma qui alla Camera per sei mesi non se ne parla», fanno sapere da FdI. Dal Pd, invece, è direttamente la segretaria Elly Schlein ad attaccare: «È stata una colossale smentita di Giorgetti quella che la maggioranza ha messo in atto in Parlamento. Dovrebbe ragionare sulle conseguenze di questa cosa», continua, osservando che «ieri hanno accettato a testa bassa un accordo fatto da Francia e Germania e oggi confessano con questo voto sul Mes, che non è mai entrato realmente nella trattativa sul Patto di stabilità e crescita, di essere stati sconfitVoti contrari Sono i deputati che hanno bocciato la ratifica del Mes 72 i favorevoli e 44 gli astenuti ti. Ma il messaggio ritorsivo danneggia la credibilità dell’Italia».

 

 

Per Conte, invece, «c’è sempre un momento della verità, quando la propaganda va via e rimane la realtà dei fatti». Da Palazzo Chigi comunque non si chiude completamente la porta visto che «la scelta del Parlamento italiano di non procedere alla ratifica può essere l’occasione per avviare una riflessione in sede europea su nuove ed eventuali modifiche al trattato, più utili all’intera Eurozona». Di percorso ancora aperto parla anche il ministro della Difesa, Guido Crosetto: «Se l’obiettivo è quello di garantire che nessun paese vada in crisi, noi siamo i primi ad essere d’accordo. Quello che ci ha sempre visti meno d’accordo èche succeda quello che è successo in Grecia, dove un paese ha perso la sovranità per alcuni anni e chi ne ha pagato le conseguenze sono stati cittadini». Irremovibile resta invece Matteo Salvini, che celebra la «vittoria» ottenuta «grazie alla Lega». «Il Parlamento boccia il Mes - scrive il vicepremier via social -: pensionati e lavoratori italiani non rischieranno di pagare il salvataggio delle banche straniere. E pazienza se a sinistra si arrabbieranno. Una battaglia della Lega combattuta per anni e finalmente vinta. Avanti così, a testa alta e senza paura».

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