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Pd, “nonno” Prodi rosica su Musk ad Atreju e critica pure Schlein

Gaetano Mineo
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Attacca Atreju, sostenendo che «è inutile andarci» perché è diventato un discorso interno e chiuso. Snobba anche l’imprenditore Elon Musk perché invitarlo all’evento di Fratelli d’Italia «significa vivere in un mondo diverso». Ma diverso da cosa? Perché parlare del miliardario sudafricano significa parlare di innovazione, progetti spaziali, intelligenza artificiale, automobili e comunicazione, tutti settori che stanno rivoluzionando il pianeta e di cui proprio il papà di 11 figli è al timone. Ma nella solenne omelia di Romano Prodi c’è anche questo. Dal pulpito del Forum sull’Europa organizzato a Roma dal Pd, l’ex premier parla come se venisse da un altro pianeta. Infatti ce n’è per tutti, Partito Democratico compreso. «In 15 anni ha perso 6 milioni di voti, questo vuol dire che dobbiamo trovare una nuova strada per costruire un rapporto forte con la società». Come dire che dalla segreteria Veltroni a quella della Schlein il partito non ha fatto altro che bruciare consensi, «per anni abbiamo perso la bussola», in sostanza. Da qui la convinzione che «Schlein può essere la federatrice del centrosinistra».

 

 

Il mirino si sposta sull’Europa per la quale bisogna «creare una politica estera comune e una difesa comune». In altri termini, «non possiamo essere solo un vassallo fedele, ma un alleato fedele capace di costruire una politica unitaria in difesa dei nostri diritti e anche dei nostri interessi». In sostanza, serve «un'Europa forte, capacità di esprimere una propria posizione unitaria» per evitare di «essere mangiati pezzo per pezzo dagli Stati Uniti e dalla Cina».

 

 

Inevitabile il bersaglio Giorgia Meloni. «Ci sta isolando in Europa? - scandisce Prodi - Non ha ancora deciso se stare con Bruxelles o con Budapest. Sta tenendo il suo voto in sospeso per vedere quando sarà più necessario al momento delle elezioni, intanto però si perde la guida dell’Europa». Da qui il consiglio: «Che si decida signora, che si decida». Infine, tra le preoccupazioni prodiane l’apparente declino dell’interesse dei giovani nei confronti dell’Europa. Questo fenomeno, sostiene, è alimentato dalla percezione di un’Europa sempre più irrilevante. Il richiamo dell’ex premier è alla necessità di riguadagnare la centralità e l'appeal per le nuove generazioni, fondamentali per garantire la sostenibilità e la vitalità del progetto europeo.

 

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