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Governo, Nordio rassicura i magistrati: “Adesso leale collaborazione”

Gianni Di Capua
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Il ministro della Giustizia Carlo Nordio prova a spegnere le polemiche nate fra potere esecutivo e potere giudiziario dopo le esternazioni del ministro della Difesa Guido Crosetto che aveva parlato di «assalto giudiziario al governo». Le riforme, annuncia il ministro, andranno avanti con l’obiettivo di «rinsaldare il rapporto di fiducia nei confronti della magistratura». Compresa la più delicata e potenzialmente divisiva, come quella costituzionale sulla separazione delle carriere, ma con la rassicurazione che il pm non sarà mai soggetto al governo e di agire sempre in un clima di «leale collaborazione». Il ministro della Giustizia Carlo Nordio cerca la sponda del Csm per stemperare le polemiche degli ultimi giorni sulla giustizia. Per la prima volta dal suo insediamento partecipa al Plenum e vi si reca da «ex collega» offrendo dialogo. La riunione è presieduta dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che guida i lavori, ascolta gli interventi del ministro e dei consiglieri, però non interviene, come pure spesso negli ultimi anni ha fatto. Si tratta di una seduta già in programma, ma che arriva con ancora forte l’eco dello scontro tra la politica e la giustizia, dopo le parole del ministro della Difesa Crosetto sull’«opposizione giudiziaria» e il decreto legislativo sulle cosiddette "pagelle".

 

 

È proprio questo provvedimento, insieme all’altro approvato in Cdm lunedì sui magistrati "prestati" alla politica e alle istituzioni, che Nordio intende illustrare al Csm. Esordisce sottolineando che «la mia presenza qui oggi intende riaffermare uno dei principi costituzionali che auspico possa connotare ogni segmento del mio servizio: la leale collaborazione». Parole a cui ha risposto il vicepresidente del Csm Fabio Pinelli: «Il Consiglio Superiore non manca e non mancherà di profondere il massimo impegno». Poi Nordio offre più spazio al Csm, cui propone di trasmettere gli atti normativi per un parere. E si sofferma sugli obiettivi del governo: «È troppo importante per chi vi parla contribuire a rinsaldare il rapporto di fiducia nei confronti della magistratura». A braccio, nelle repliche ai consiglieri che lo sollecitano su separazione delle carriere e Costituzione, il passaggio più atteso: «Tutti sanno che a questo mondo non vi è nulla di eterno tranne le parole del Signore, il resto è mutevole, anche la Costituzione. Ma posso assicurare che se un domani dovesse essere cambiata la Costituzione mai ci sarebbe una soggezione del pm al poter esecutivo. Mai e poi ma per un ex procuratore sarebbe accettabile una simile eventualità».

 

 

L’eco delle polemiche arriva anche negli interventi dei consiglieri. Il riferimento più diretto dal giudice Tullio Morello, togato di Area: «I magistrati italiani non hanno amici o nemici in politica», quindi sottolinea che è «necessario che tutte le istituzioni difendano credibilità e autorevolezza con azioni fattive così come nelle loro pubbliche dichiarazioni». Il laico indicato dal M5S Michele Papa, fa riferimento alla Costituzione, con le sue «stelle fisse», tra le quali «l’autonomia e l’indipendenza della magistratura». I laici di centrodestra incoraggiano il ministro ad andare avanti sulle riforme, il laico di FI Enrico Aimi in particolare sulla separazione delle carriere, «non più procrastinabile».

 

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