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Giustizia, il governo accelera: a marzo la separazione delle carriere

Adriano Bonanni
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Il governo accelera sulla riforma della Giustizia, dopo che da più parti erano arrivate le critiche sul fatto che il testo sarebbe passato in secondo piano rispetto ad altri provvedimenti. La conferma arriva dal Guardasigilli Carlo Nordio che ribadisce la sua road map sulle riforme, con la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministri che arriverà a primavera. Al Senato, sempre il Pd, chiede che in Aula sia il ministro Nordio a riferire, «per dirci cosa fa per tutelare l'indipendenza della magistratura e la separazione dei poteri», sollecita il senatore dem Walter Verini. Per ora è stata confermata per il 6 dicembre una informativa di Crosetto sul Medioriente, ma non è escluso che possa riferire in aula anche sulla giustizia, come ha lasciato intendere lo stesso ministro via social in serata: «Oggi mi hanno chiesto di rispondere ad un atto di sindacato urgente ed ho immediatamente assentito».

 

 

Intanto Nordio non arretra e conferma il cronoprogramma concordato con Palazzo Chigi, con quello che il governo considera un obiettivo di legislatura. «Entro la primavera presenteremo anche il progetto di riforma costituzionale sulla separazione delle carriere», ha sottolineato il Guardasigilli. La riforma costituzionale che ha in mente - che avvicinerebbe l'Italia al modello britannico, con un pubblico ministero indipendente e "avvocato" dell'accusa non è mai sparito dall'agenda del governo, ma il premierato l'ha fatto slittare di qualche mese. Una riforma criticata dalla magistratura e da una parte dell'opposizione. «Io non faccio distinzione tra toghe rosse o bianche - ha aggiunto Nordio a margine dell'inaugurazione di tre aule al tribunale di Napoli Nord di Aversa (Caserta)- Per me contano le persone e non chiederò mai oggi a un magistrato la sua corrente di appartenenza, così come non lo facevo quando ero in servizio». 

 

 

«A me interessa sapere se sono indipendente nel giudizio - ha proseguito - Ho avuto amici in tutte le correnti nella mia carriera, e spesso mi sono sentito un disagio con colleghi che militavano in correnti vicini alla mia idea liberale». Anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha assicurato che il governo andrà avanti sulla riforma: «Per quanto ci riguarda la riforma della giustizia rappresenta una priorità. Ritengo che le tre cose, ovvero riforma della giustizia, premierato e autonomia, devono procedere di pari passo». Le riforme - ha aggiunto ancora Tajani, compresa quella della Costituzione e quella per la semplificazione normativa, sono parte di «una strategia comune per avere un'Italia più moderna e competitiva dove ogni cittadino italiano possa sentirsi protagonista». Le riforme «sono parte di una visione che questo governo ha per l'Italia da qui al 2035». In oltre 10 anni, ha ribadito, «vogliamo far sì che il Paese sia più moderno e competitivo».

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