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Il nucleare pulito vale 45 miliardi. Salvini: per la Ue è una fonte rinnovabile

Luigi Frasca
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Il nuovo nucleare. Quello di cosiddetta quarta generazione può rappresentare un volano di ricchezza importante per il Paese. Il valore aggiunto creato può essere di 45 miliardi e i posti di lavoro stabili creati 52mila. È l’effetto che l’investimento nella realizzazione degli impianti di produzione di energia elettrica da questa fonte potrebbe avere in Italia, stando a quanto stima un’analisi preliminare effettuata da OpenEconomics per conto di Inrete, in occasione della XXI edizione di Italia Direzione Nord, svoltasi presso la Fondazione Stelline a Milano. Lo studio riguarda uno scenario energetico in corso di valutazione da parte del governo, che prevede investimenti per circa 38 miliardi di euro. Dalle fila dell’esecutivo è intervenuto il vice premier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, che ha affermato come sul nucleare non lo «spaventa la polemica di qualcuno se in ballo c’è il futuro del paese. La politica deve esprimere valori però deve anche fondarsi sui numeri, sui dati di fatto». Salvini conta «di fare il ministro sulla base dei numeri, dell’oggettività e non dell’ideologia» e ha ricordato come «la stessa Commissione europea» abbia «riconosciuto il nucleare come fonte energetica rinnovabile e virtuosa, tanto da riconoscerla nella tassonomia fra le fonti finanziabili».

 

 

In videocollegamento il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha definito un «primo passo positivo» che adesso tutti parlino di nucleare, «dopo che ho sdoganato il nucleare con la piattaforma per il nucleare sostenibile». Ha spiegato che anche per i «sondaggi sembra che continui ad aumentare la consapevolezza del nucleare per il futuro: non è più quello che incuteva terrore e timore. Il nucleare del futuro che intendo io è quello di quarta generazione». E sui piccoli reattori Pichetto è convinto che «non sarà lo Stato a fare le centrali ma imprese, consorzi e città. Lo Stato avrà un ruolo di permessi e autorizzazioni per installare impianti, come oggi per fotovoltaico ed eolico».

 

 

Di un atteggiamento più aperto nei confronti del nucleare ha parlato anche Nicola Monti, amministratore delegato di Edison, che ha spiegato di aver condotto «dei sondaggi per capire l’atteggiamento degli italiani nei confronti del nucleare», vedendo che «progressivamente negli ultimi 12 mesi l’opinione pubblica ha cominciato a spostarsi su maggioranza relativa a favore, soprattutto i giovani dai 18 ai 35 anni». Anche dal mondo dell’industria si è definito il nucleare «fondamentale se vogliamo arrivare ad avere una sicurezza e un’indipendenza energetica per non ritrovarci più nella situazione come quella in cui ci siamo ritrovati in passato», come ha sottolineato il presidente di Assolombarda, Alessandro Spada, ricordando che per l’associazione il nucleare è un tema che «sta portando avanti da diversi anni». Parlando di small modular reactors ha aggiunto: «Penso che ci sarà spazio anche per averli in Lombardia: serviranno soprattutto per quelle aziende che sono particolarmente energivore».

 

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