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Schlein scappa dal confronto con Meloni. “Chi non è forte fugge dal dialogo”

Benedetto Antonelli
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Elly Schlein si sottrae al confronto e non accetta l’invito ad Atreju di Giorgia Meloni. La segretaria del Pd preferisce apparire solo di fronte a platee amiche, dove l’applauso è scontato. Fonti dem confermano che a fare formalmente l’invito è stato Giovanni Donzelli, deputato di Fratelli d'Italia e responsabile dell’organizzazione del partito. I due si sono incontrati l’altro ieri alla Camera, in Transatlantico. Dopo aver preso tempo, Schlein ha risposto di no. E questo perché, secondo il suo punto di vista, il confronto con Fratelli d’Italia si fa in parlamento e anche perché quelli saranno giorni di fuoco sulla manovra. «Cercheremo sempre il confronto con chi la pensa diversamente da noi - replica Donzelli -. Solo chi non si sente forte delle proprie idee fugge dal confronto». Eppure, prima di Schlein altri leader politici hanno accettato la sfida.

 

 

Giuseppe Conte ed Enrico Letta hanno partecipato all’evento del 2021. L’edizione di quest’anno si terrà dal 14 al 17 dicembre. Sarà una piattaforma di confronto sui principali temi sul tappeto. L’obiettivo dell’organizzazione è incentivare il dialogo tra maggioranza e opposizione, per questo motivo verranno invitati anche i leader delle forze politiche che non sostengono l’esecutivo. «È una nostra tradizione quella di invitare tutti gli avversari politici - spiega il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ad Agorà su Rai3 -. Invitammo anche Conte ai tempi, Letta e tutti i rappresentanti delle opposizioni, ma allora le parti erano invertite, per dire che secondo noi il terreno di scontro è il Parlamento ma non ci deve essere né ghettizzazione né criminalizzazione dell’avversario. Noi le abbiamo subite e non le facciamo. Sarebbe bello che il Pd di Schlein sapesse cogliere la sfida che la premier Meloni ha lanciato, cioè quella di cambiare l’Italia insieme».

 

 

Per Ciriani, Schlein ha perso un’occasione: «L’invito ad Atreju è anche un invito a dire alle opposizioni che noi siamo disponibili al confronto e al ragionamento, che è l’esatto contrario di quello che fa una parte del sindacato che, a una richiesta di confronto, risponde con lo sciopero generale».

 

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