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Sciopero 17 novembre, il Garante si difende: “Esposizione inaspettata, istruttoria accuratissima”

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Il Garante sugli scioperi, Paola Bellocchi, si è presentata davanti alla commissione trasporti della Camera per spiegare il no a Cgil e Uil allo sciopero generale di 8 ore di venerdì prossimo, con la successiva richiesta di riduzione della durata della protesta a 4 ore: “Abbiamo esplorato tutte le possibilità interpretative e ci è sembrato che i presupposti per uno sciopero generale non ricorressero. Lo sciopero generale nazionale infatti deve riguardare la generalità delle categorie, la proclamazione cioè deve essere aperta mentre questo caso era una proclamazione chiusa perché conteneva un elenco di settori esclusi dal contrasto alla manovra del governo. Questo per assicurare al sistema una coerenza e una tenuta complessive altrimenti a partire da domani ogni confederazione farebbe una sciopero generale alla carta. Ogni sindacato - ha continuato il Garante - sceglierebbe le categorie che stanno dentro, quelle che stanno fuori, introducendo una instabilità in una categoria di sciopero che ha già provocato problemi alla commissione visto che il panorama sindacale è pieno di altre sigle e di un numero notevole di scioperi generali”.

 

 

Negli ultimi giorni Bellocchi è stata accusata di una vicinanza politica al governo Meloni e al ministro Matteo Salvini, cosa che avrebbe influenzato il lavoro sullo sciopero del 17 novembre. Ma punto per punto viene smontata la tesi della sinistra: “C’è stata una esposizione mediatica che non mi sarei mai aspettata dopo una istruttoria accuratissima e consapevole delle conseguenze trattata con sensibilità estrema anche perché la nostra interlocuzione con Cgil e Uil, sia prima che dopo, è sempre stata improntata ad un dialogo aperto e franco. Avevamo già segnalato informalmente che questa proclamazione di sciopero generale era del tutto illegittima e non poteva rientrare nei presupposti di applicazione della delibera del 2003. La legge 146, infatti non menziona mai lo sciopero generale e proprio per facilitarne l’esercizio la Commissione nel 2003 ha adottato una delibera del tutto convenzionale stabilendone i presupposti e così come l’ha creata la Commissione può anche interpretarne l’applicazione”.

 

 

“La prassi della Commissione è stata quella di considerare gli scioperi proclamati non per la generalità delle categorie pubbliche e private ma per settori ancorché molto ampi, come scioperi plurisettoriali”, ripete formulando alcuni esempi: “Lo sciopero del pubblico impiego non è generale perché riguarda un settore ancorché importante del lavoro pubblico. Quello generale nazionale dei trasporti è generale solo nella prassi sindacale ma non generale secondo la disciplina di origine convenzionale. Non è generale nel senso richiesto perché pur coinvolgendo tutti i trasporti, a livello nazionale, un settore amplissimo del mondo del lavoro, non ha questo elemento unificante che riguardi tutti”. “Questa è stata la scelta interpretativa”, la parte finale del discorso di Bellocchi.

 

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