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Convegno Il Tempo-Acea: "Acqua volano di sviluppo economico"

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Emanuele Peconi
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L’acqua e le reti idriche come strumento strategico e fondamentale per le sorti del paese. Il governo ci crede. La conferma arriva dal convegno «Acqua = sviluppo» tenutosi ieri a Palazzo Wedekind e promosso da Acea e Il Tempo in cui si è parlato del tema dell’acqua, del suo utilizzo, della lotta allo spreco e di come il governo si muoverà in tal senso. Un dossier, quello delle infrastrutture idriche, per il quale la prima notizia è arrivata dal ministro delle infrastrutture Matteo Salvini, che ha annunciato lo slittamento del piano idrico nazionale a partire da ottobre. «Come Ministero delle Infrastrutture la scadenza era a settembre, ma le regioni ci hanno chiesto qualche settimana in più ed eventualmente arriveremo a ottobre. Abbiamo quattro anni di tempo». In merito all’utilizzo delle risorse ha aggiunto: «In ordine alla programmazione a medio-lungo termine, serve un piano idrico nazionale con scostamenti di bilancio pluriennali per evitare di inseguire la contingenza e la continua emergenza», assicurando che «tutti i fondi previsti dal Pnrr per il comparto idrico verranno spesi entro il 2026». Il leader della Lega non ha escluso l’arrivo di un miliardo ulteriore da altri appostamenti di risorse. Sulle stesso tema si è posto un altro obiettivo: «Abbiamo l’ambizione come governo di superare i 3,5 km di acqua che dividono due parti d’Italia e dopo cinquant’anni unirle senza mettere dei pilastri in acqua». Contestualmente anche Acea ha evidenziato l’importanza in questa ottica di una rete idrica nazionale, come spiegato dall’amministratore delegato Fabrizio Palermo, presente all’evento: «Investire sull’ampliamento dell’infrastruttura e avere una rete di trasporto integrata è fondamentale. C’è la rete del gas e la rete elettrica ma non c’è ancora quella idrica. L’acqua è stata nella storia un elemento fondamentale dello sviluppo di questo Paese, e ancora oggi rappresenta una chiave di sviluppo soprattutto industriale.

Buona parte dell’industria dipende dai cicli idrici e avere una buona fornitura di acqua è fondamentale non solo per il tema umano ma anche per tutto quello che riguarda l’agricoltura». Sulla gestione dell’infrastruttura idrica l’ad Palermo ha offerto uno spunto: «Il tema di risolvere tutta la gestione dell’infrastruttura passa attraverso tre concetti. Il primo è riuscire a intercettare tutta l’acqua sulle fonti, o piovana o dalle fonti stesse, e il secondo è avere un’adeguata struttura di trasporto. Su quest’ultimo bisogna adeguare e collegare tutte le reti che oggi esistono per creare quanto più possibile una rete nazionale. Il terzo è dedicarsi quanto più possibile al riuso anche dell’acqua, che significa da un lato la depurazione, dall’altro creare dei sistemi di rete che utilizzino quest’acqua per trasportarla anche a fini ad esempio agricoli. Tutte queste tre azioni mirano a creare un ciclo integrato e soprattutto ottimizzato». Poi ha spiegato quanto potenziale ha il nostro Paese sul tema idrico: «Riutilizzare l’acqua attraverso la depurazione è essenziale e oggi esistono sistemi all’avanguardia in questo senso: attualmente l’Italia sfrutta solo il 4% in termini di riuso, ma si potrebbe tranquillamente arrivare al 20% e questo cambierebbe la bilancia idrica nazionale».

Le risposte del governo arrivano anche dal ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin: «Abbiamo un sistema idrico che è composto da quasi 2400 gestori, molti ancora in economia. Il percorso avviato è quello degli ambiti territoriali per arrivare ad avere un centinaio di gestori che hanno la robustezza per programmare e fare investimenti e creare un sistema acquedottistico che non abbia il 40% di perdite». Pichetto Fratin ha poi aggiunto la sua idea in merito alla lotta agli sprechi e all’ottimizzazione nell’utilizzo idrico: «Le cose da fare sono tante: l’Italia raccoglie solo l’11% di acqua piovana. Abbiamo nove miliardi di acque reflue e vengono trattate e riutilizzato pochissimo. Le dighe hanno metà dell’acqua che potrebbero avere. Le azioni da fare sono tantissime». Sullo stessa falsariga anche Salvini: «Sul tema dell’acqua sono assolutamente convinto che occorra razionalizzare. Non ci possono essere migliaia di soggetti che operano. L’obiettivo di questa legislatura è di razionalizzare, accelerare, innovare». Il ministro delle Infrastrutture Salvini ha ricordato che, anche nell’ambito del Pnrr, «ci sono 146 progetti», oltre a tutte le grandi dighe. Tra queste, «il raddoppio del Peschiera, su cui abbiamo investito 700 milioni di euro. Stiamo cercando di spendere bene questi 4 miliardi di euro». Salvini si è rivolto al ministro Pichetto Fratin per chiedere scherzosamente aiuto finanziario: «Se vuole cedermi un miliardo, io ne spendo anche cinque di miliardi”. Presente anche il presidente di Coldiretti Ettore Prandini, il quale si dice più che favorevole sulla razionalizzaz i o n e dell’acqua in Italia: “Una delle opere più importanti da realizzare è l’accumulo di acqua. Oggi ne tratteniamo solo l’11% di quella piovana. Il nostro obiettivo è arrivare al 50%, daremmo una risposta rispetto ai periodi di siccità e ai fenomeni atmosferici violenti. Serve uno sforzo da parte delle istituzioni per snellire gli adempimenti burocratici». Ai lavori ha partecipato anche il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini che ha parlato della necessità di avviare la realizzazione di invasi e bacini per raccogliere l’acqua piovana. «Una delle opere più importanti che dovrà essere realizzata in termini strategici per il futuro del nostro paese è proprio l’accumulo di acqua, oggi tratteniamo solo l’11% di acqua piovana. Il nostro obiettivo nei prossimi anni è di arrivare al 50%. In questo modo daremo risposta ai periodi di siccità che abbiamo vissuto negli ultimi anni e ai fenomeni di carattere atmosferico particolarmente violenti trattenendo l’acqua quando c’è eccessiva piovosità» ha spiegato Prandini che ha aggiunto: «Serve uno sforzo da parte delle istituzioni nello snellire tutti gli adempimenti di carattere burocratico».

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