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Manovra, Meloni detta la strada: guarderà al Paese, non alle esigenze dei ministri

Edoardo Romagnoli
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Il governo al lavoro sulla manovra su cui c’è solo una certezza: la coperta è corta per riuscire a soddisfare tutte le richieste avanzate dai vari ministri. Per questo Giorgia Meloni ieri sera ha voluto incontrare a cena, fissata per le 20.30, i gruppi parlamentari di Fratelli d’Italia. Mentre oggi il presidente del Consiglio vedrà i capigruppo della maggioranza per fare il punto sui dossier sul tavolo. Soprattutto per stabilire i principi della legge di bilancio che, secondo il premier, dovrà guardare alle priorità del Paese e non a quelle delle forze politiche. Linea condivisa anche dal ministro della Difesa Guido Crosetto che ha sottolineato come «i problemi di questo governo sono la situazione economica e l’immigrazione. Sono i due grandi problemi che il governo deve affrontare». Ma come detto le risorse sono limitate e così Crosetto avverte «in un momento di crisi, ragionando come in una famiglia, io dedico attenzione a chi ha più problemi. Bisogna andare a utilizzare le risorse per quelli più colpiti dalla crisi economica». Ad aggravare la situazione c’è anche la "zavorra" del superbonus. Per questo il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha avvertito che «la manovra sarà prudente».

 

 

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’attuazione del programma di governo Giovanbattista Fazzolari ha sottolineato: «Dobbiamo fare i conti con il fardello del superbonus, erano previsti 36 miliardi di spesa, siamo oltre 100 e considerando il complesso dei bonus edilizi introdotti dal governo Conte due siamo a oltre 140 miliardi, senza contare le molte irregolarità che sono state trovate». Per rispondere alle necessità base servirebbero 30 miliardi ma al momento ne mancano almeno la metà, soprattutto se non si ricorrerà alla leva del deficit. Se andasse in porto la tassa sugli extraprofitti il governo potrebbe contare su circa 2-3 miliardi. Poi c’è la revisione della spesa che già per il 2024 dovrebbe "fruttare" 300 milioni di euro destinati a diventare 500 l’anno successivo e 700 a partire dal 2026.

 

 

Una delle misure chiavi è il taglio del cuneo fiscale: la maggioranza sta considerando l’ipotesi di suddividerlo in due fasi, con una proroga iniziale di sei mesi e successivamente una stabilizzazione. Verso la conferma anche l’assegno unico e il sostegno alla natalità e dovrebbe essere introdotto un bonus per i secondi figli da finanziare tramite i risparmi derivanti dall’assegno unico. Il bonus sociale dovrebbe essere prolungato, la scadenza è fissata al 30 settembre, ma l’intenzione sarebbe quella di inserirlo nel decreto fiscale collegato alla manovra. Il tema delle pensioni è ancora in discussione. In attesa di una riforma più ampia da Palazzo Chigi sembra che l’ipotesi più accreditata sia la proroga della Quota 103; anche perché Quota 41 sembra onerosa. Forza Italia in pressing per innalzare le pensioni minime, una battaglia di lungo corso per gli "azzurri" che sottolineano l’importanza di affrontare la questione con un approccio a lungo termine.

 

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