emergenza sbarchi

Migranti, i numeri degli arrivi sono alti. Piantedosi ottimista: “Ma l’accoglienza regge”

Dario Martini

I numeri in termini assoluti sono ancora oggettivamente abbastanza importanti» e «stanno sollecitando il sistema dell’accoglienza che comunque sta reggendo». A fare il punto sull’emergenza immigrazione è il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, al termine del Consiglio dei ministri in cui il dossier migranti è stato uno temi caldi di cui si è discusso. Il titolare del Viminale affronta anche la questione dei sindaci, che da più parti d’Italia nei giorni scorsi si sono lamentati per l’eccessiva pressione che sono obbligati a sostenere. La tenuta del sistema, sottolinea il ministro, «sconta la collaborazione che i territori ci stanno dando, dei comuni in difficoltà di cui ci stiamo facendo in qualche modo carico e ci faremo carico in maniera crescente». Dopo il boom di sbarchi degli ultimi giorni, che ha messo in grande difficoltà l’hotspot di Lampedusa, ieri la situazione si è improvvisamente calmata. È merito delle condizioni meteo e del mare "grosso" che hanno concesso una tregua. Ieri mattina nel centro di Lampedusa, in base ai numeri forniti dalla Croce rossa, erano presenti 3.595 migranti, di cui 193 minori non accompagnati. Nel frattempo proseguono i trasferimenti disposti dalla prefettura di Agrigento, con traghetti e voli militari. In tutto sono state trasferite 947 persone. Ieri sono stati effettuati tre voli: uno alle 17 che ha portato alcuni migranti a Palermo, uno alle 20 in direzione Venezia e uno diretto a Pisa. Ieri sera è partita anche una nave militare verso il porto di Augusta per trasferire altri 650 profughi. Mentre nell’area sbarchi di Porto Empedocle ci sono 818 migranti in attesa di identificazione e trasferimento.

 

  

 

Nonostante l’accoglienza comporti uno sforzo notevole, Piantedosi sottolinea un miglioramento sempre più evidente: «Nel corso dell’anno abbiamo avuto un trend statistico che segnava +329% degli arrivi rispetto all’anno precedente. Adesso questa curva di crescita si è abbassata al 103%, sono sempre tantissimi ma questo calo della curva di crescita ci incoraggia». Anche l’accordo con il governo tunisino, sottoscritto a luglio, starebbe dando i suoi frutti. «La collaborazione della Tunisia ancora non è sufficiente per rendere questo fenomeno pienamente sotto controllo», spiega, «ma quest’anno la Tunisia ha bloccato a terra o comunque ha recuperato in mare 43.126 migranti al 22 agosto 2023, rispetto ai 15.925 dello scorso anno, vale a dire un +171%».

 

 

Anche Giorgia Meloni tiene a precisare che la strada che stiamo percorrendo è quella giusta: «L’Italia sta subendo una pressione migratoria come non si vedeva da molti anni a questa parte, anche a seguito degli avvenimenti, recenti e meno recenti, nel Sahel, con quantità di arrivi imponenti. È difficile spiegare all’opinione pubblica quello a cui assiste e lo capisco bene. I dati dicono che c’è un forte aumento rispetto all’anno precedente anche se, leggendo attentamente questi numeri, si assiste ad un rallentamento dell’aumento dei flussi migratori. La direzione intrapresa dal Governo è quella giusta: accordi con i Paesi del Nord Africa, di partenza e transito dei flussi, ma è necessario aggiungere a questa direzione di marcia un più, stringere le maglie, dare segnali chiari ai trafficanti e serve un coordinamento maggiore tra noi nell’attività di contrasto ai flussi illegali di migranti». Ieri è stata convocata una riunione del Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica (Cisr), che ben si presta a essere la sede di questo raccordo. È convocato permanentemente, composto da tutti i ministri competenti. «L’obiettivo - spiega il premier - è affrontare il problema in maniera pragmatica, con decisioni rapide e coordinate. Dobbiamo poi continuare a lavorare per dare piena attuazione al decreto Cutro, in particolare per quello che riguarda i rimpatri degli immigrati clandestini e bisogna stabilire quali sono ulteriori provvedimenti normativi per contrastare l’immigrazione illegale».