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Detassazione ai dipendenti e flat tax per gli autonomi: delega fiscale in Parlamento a luglio

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Edoardo Romagnoli
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Sconto sulla tassazione delle tredicesime e sugli straordinari oltre una certa soglia, detassazione sui premi di produttività e rateizzazione mensile per l’acconto e il saldo Irpef per i lavoratori autonomi e gli imprenditori individuali. Sono solo alcune delle misure introdotte nel ddl sulla delega fiscale dopo il passaggio in commissione Finanze alla Camera dove è terminato l’esame dei singoli emendamenti. L’obiettivo è portare a casa il risultato prima della pausa estiva. Per questo la prossima settimana si procederà con il voto sul mandato al relatore dopo aver incassato i pareri delle altre commissioni competenti. Il testo è atteso in aula alla Camera a partire dal 10 luglio. Poi una volta ottenuto il via libera a Montecitorio passerà al Senato dove sono attesi gli emendamenti sul capitolo che riguarda le sanzioni. Infine tornerà alla Camera per l’ultimo passaggio a inizio agosto.

Andiamo a vedere però cosa prevede il testo. Il tema centrale è la ricerca delle risorse, per questo, per adesso, non viene stabilita una cifra certa dello sconto sulle tredicesime, sugli straordinari oltre una certa soglia e sulla detassazione dei premi di produttività. L’indicazione del governo è quella di fissare la tassazione al 15% in modo da equipararla alle partite Iva che possono beneficiare della flat tax su ricavi e compensi fino a 100 mila euro. In questo modo potrebbero «risarcire» i lavoratori dipendenti della mancata applicazione della flat tax incrementale anche sui loro emolumenti.

 

Tra le novità anche la rateizzazione mensile delle tasse che pagano gli autonomi e i professionisti. Questo vuol dire che si potranno pagare a rate gli acconti e i saldi dell’Irpef senza subire penalizzazioni. Anche se per rendere operativa la misura ci vorrà un decreto legislativo. Per il momento la delega introduce il principio di «una migliore distribuzione nel tempo del carico fiscale» anche «mediante la progressiva introduzione della periodicità mensile di acconti e saldi e una eventuale riduzione della ritenuta di acconto».

Alberto Gusmeroli, della Lega, che ha presentato l’emendamento ha dichiarato: «Le tasse si pagheranno finalmente a consuntivo, ad anno trascorso e reddito guadagnato, e non più in anticipo». Le opposizioni la vedono in maniera opposta sottolineando come «nessuna seria ipotesi di copertura degli sgravi promessi è avanzata, tranne un riferimento alle spese fiscali da rivedere e a vaghe speranze di crescita economica» ha dichiarato Virginio Merola, capogruppo Pd in commissione Finanze alla Camera.
Capitolo superbollo.

L’intenzione del governo era quello di cancellarlo ma è arrivato uno stop dal Ministero dell’Economia e delle finanze che ha accolto l’indicazione arrivata dalla Ragioneria di Stato. Il superbollo, prevede un pagamento di 20 euro per ogni kW di potenza superiore ai 185 kW, garantisce alle casse dello Stato un introito di circa 130 milioni di euro. Quindi o si trovano delle entrate alternative o si alza il costo del bollo auto. Ma il governo, che vuole cancellare il superbollo, non può permettersi di alzare il bollo auto a decine di milioni di cittadini. Per questo nel testo si è passati dalla dicitura «soppressione» alla più prudente «valutazione di un eventuale e progressivo superamento».

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